Un uomo solo al comando. Tra le matricole Nba di questa stagione, Blake Griffin sta facendo il vuoto dietro di sè confermandosi già una potenziale stella e uomo franchigia. La prima scelta al Draft 2009, dopo aver saltato una stagione per infortunio, sta confermando tutto il bene fatto al college, evidenziando soprattutto che non sono rimasti residui dal problema fisico, anzi. Sta volando sopra tutti, è una macchina da doppia doppia e ha già stampato una prova da 44 punti. Per il titolo di Rookie of the Year la stella dei Los Angeles Clippers ha già messo un’ipoteca.
Anche la prima scelta del 2010 era partita forte, John Wall, playmaker degli Wizards, ma gli infortuni lo hanno limitato proprio quando sembrava crescere di gara in gara. Il fatto di aver giocato solo 17 gare lo tolgono dalle statistiche ma viaggia a quasi 16 punti, 4 rimbalzi e oltre 8 assist di media.
Sta seguendo fedelmente la strada di altri play molto atletici e fisici formati da coach John Calipari, come Derrick Rose e Tyreke Evans, due combo guards che producono numeri strabilianti. Il suo atletismo è mostruoso, ha già stampato una tripla doppia e in generale ha già le chiavi degli Wizards, a maggior ragione dopo la cessione di Arenas. Solo Wall può sperare di impensierire Griffin per il titolo, soprattutto se dovesse trascinare i Wizards ad un’ancora possibile qualificazione playoffs ad est.
Positivo anche Wesley Johnson, ala dei Minnesota Twolves e quarta scelta del Draft, che sta crescendo di rendimento e confermando le grandi doti di tiratore: viaggia a quasi 10 di media ma è reduce da 24 punti contro New Orlenas con 6 su 8 da tre. DeMarcus Cousins è una delle poche note liete dei Kings: il lungo ha un carattereaccio, vero, ma altrettanto è un talento incredibile. 11+7 rimbalzi ma in appena 24 minuti di media, spesso a causa dei falli: ora è in calo, come tutta la squadra del resto. Bene anche gli altri due giovani dei Clippers, Eric Bledsoe, che sta guadagnando minuti da playmaker, e Al Farouq Aminu.
Capitolo a parte merita Gary Neal. L’ex cannoniere della Benetton Treviso, 26 anni, sta dando ragione agli Spurs che gli hanno dato una chance: come cambio di Ginobili è una sentenza, spesso è stato uno dei migliori marcatori e da tre punti è quasi infallibile. A Treviso era la star, a San Antonio si è riciclato e sta incantando: viaggia a 8 punti in 18 minuti di media col 38% da tre, e ha segnato 22 punti in due sere consecutive. Grande Gary!!
Le delusioni? Divese, dal pivot Monroe di Pistons a Favors dei Nets, che potrebbe andare a Denver nell’affare Carmelo Anthony ma che in questo scorcio di stagione sta confermando di aver sì potenziale ma di essere ancora molto acerbo. Gordon Hayward non trova spazio ai Jazz, così come Paul George ai Pacers e Cole Aldrich ai Thunder. Ma per ora il “pacco” più clamoroso sembra essere Evan Turner.I Sixers hanno investito su di lui la seconda chiamata assoluta: Turner, ex Ohio State, l’anno passato ha dominato la stagione e si meritatamente conquistato il premio di giocatore dell’anno nella Ncaa. Ma tra i pro tutti i suoi limiti sono stati accentuati, limiti peraltro già esistenti al college: Turner è una guardia senza tiro perimetrale, poco atletica e piuttosto lenta; è un giocatore pericoloso se ha palla in mano mentre è nullo se deve giocarci lontano. Inoltre non eccelle in nulla di particolare seppur sappia fare tutto, come passare, andare a rimbalzo, difendere e segnare. Aveva iniziato benino ma poi è scomparso ed è finito in fondo alla panca dei Sixers: viaggia a 6 punti e 4 rimbalzi a sera, non cifre degne di un Naismith Award. Coach Doug Collins ha il dovere di recuperarlo, altrimenti saremo davanti ad un nuovo Adam Morrison.
Le migliori dieci giocate dei rookies a novembre, il loro primo mese di regular season.