Nei processi d’ndrangheta continuano ad essere teste chiave le donne, è infatti comparsa oggi domani per la prima volta, in videoconferenza, davanti ai giudici del tribunale di Palmi, Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore, che ha ripreso la sua collaborazione con la giustizia dopo che, il 2 aprile scorso, aveva deciso di interromperla. E’ stata la stessa Pesce a chiedere di partecipare all’udienza del processo nei confronti di esponenti dell’omonima cosca, affrontando cosi’ i propri familiari che ha accusato con le sue dichiarazioni. Per la Dda si tratta di un ottimo segnale perche’ ”significa che si sente sicura”.
Nessun commento è stato fatto neanche dagli imputati che assistono al dibattimento. Tra gli imputati figurano, oltre al padre, anche la madre e la sorella della collaboratrice, Angela Ferraro, di 48 anni, e Marina Pesce, di 29. Difficile, però, distinguere nel monitor in aula la figura della collaboratriceAgli atti del processo odierno, ricordiamo, è stata acquisita anche una lettera che il marito, Rocco Palaia scrive a Giuseppina Pesce: ”Ci stai rovinando tutti e stai rovinando te stessa ed i tuoi figli. Dio vede e provvede”. La lettera e’ stata acquisita nell’udienza del processo in corso a Palmi allPer il pm la lettera ”e’ inquietante per il contenuto altamente minatorio nei confronti della moglie”.
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