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nel polo delle libertà si fa un po’ quel che cazzo ci pare

Creato il 21 febbraio 2011 da Luci

lucca: domenica pomeriggio di pioggia.

in piazza bernardini e piazza san martino c’è il mercatino dell’antiquariato, modo elegante trovato dai lucchesi per far pagare le cianfrusaglie da trödel (robivecchi, per i non crucchi) prezzi da museo.

le macchine sono parcheggiate da sabato mattina anche dentro le aiuole, la nostra è a venti minuti da casa, parcheggiata per miracolo in uno stallo giallo, meravigliosamente regolamentare.

ma davvero c’è una differenza abissale tra le macchine che girano disperate, quelle che si sono fermate, arrese, parcheggiate a rischio multa e il numero di posti disponibili “secondo la legge”.

tornando da fare due passi HDC incontra due vigilesse, sotto la pioggia e sotto casa nostra, che stanno facendo le multe.

“scusate, per carità, la cosa mi riguarda poco perchè la mia macchina è parcheggiata vicino ad alpha centauri, ma con i due parcheggi presi dal mercatino e con questa pioggia, non vi sembra un po’ crudele stare a fare le multe adesso? la gente è disperata, non sa dove metterle, le macchine…”

e la vigilessa, povera donna, ha risposto:

“lei ha perfettamente ragione e le assicuro che anche io, di domenica sera e con questa pioggia, tutto avrei voglia di fare fuor che stare qui a fare multe alla gente… ma vede, ci ha telefonato il ristorante l’o***o (la nostra vita èp una sciaradaaaaaaaa), e poichè le telefonate sono registrate io sono tenuta a uscire a multare”.

notadilucia: il ristorante l’o***o è sotto casa nostra, le loro macchine sono SEMPRE in divieto di sosta, anche quando i parcheggi sono deserti e sono dei catafalchi lunghi quanto una quaresima.

HDC si incazza. come una biscia. decide di andare al ristorante l’o**vo e di dirgliene quattro.

io lo prego:

“resta calmo e gentile, non attaccar briga, quando la gente fa una cazzata va automaticamente sulla difensiva, non essere scortese, se vuoi che il messaggio passi, prova a essere gentilissimo”.

“ok”.

e d’artagnan è uscito di casa, sventolando il mantello e accompagnato dallo sguardo da eroina ottocentesca di Priska.

questo il dialogo:

“buonasera, scusi il disturbo, ma qui fuori ci sono i vigili, stanno multando tutti, dicono che li avete chiamati voi… insomma, proprio oggi forse non era il caso… di solito sarebbe giusto, certo, ma ha visto che sono chiuse le piazze…”

e la signora del ristorante ha elegantemente risposto a 120 dB:

1) lei chi cazzo è?

2) aspetti, lo so chi è lei, UN PEZZENTE DI SINISTRA CHE NON HANNO I SOLDI PER VENIRE NEL MIO RISTORANTE E INVECE DI ROSICARE PER CONTO LORO VIENE A ROMPERE I COGLIONI! SE NON HA I SOLDI VADA IN TRATTORIA!

Deduzioni:

1) chiunque cerchi di parlare con le persone facendo leva sulla loro coscienza è “di sinistra”.

2) chi è “povero” è di sinistra.

3) essere povero e di sinistra è un insulto.

4) la signora del ristorante l’o***o è una stronza. (o denunciami?)

5) ho sposato un pezzente di sinistra e ne vado fiera.


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