Magazine Talenti
- le mille paranoie che accompagnano il viaggio verso casa con mia sorella, con il mio abito da sposa, il tuo abito da sposo e le fedi: che qualcuno mi tamponi e che io mi presenti all'altare con il collare, che un meteorite si abbatta su di noi, che qualcuno mi apra la macchina e mi rubi il vestito etc etc...
- quando ho aperto la porta di casa e ho scaricato il vestito a mia madre e lei lo ha appeso alla finestra della stanza da letto e aveva degli occhi che luccicavano e anche i miei luccicavano e allora con una scusa sono andata in cucina
- quando sei arrivato anche tu e siamo andati dal frate che ci ha fatto leggere ad alta voce "Io, xxx, prendo te, yyy..." e non è che ci siamo riusciti tanto bene perché ci tremava la voce e mancava il fiato
- la sera prima del grande giorno con gli amici venuti da fuori, ero stanchissima, incredula, ti guardavo mentre bevevo una birra e non riuscivo a percepire lucidamente che solo qualche ora dopo mi avresti messo una fede sul dito e saresti diventato mio marito
- la notte prima, un caldo cane, rigirarsi sul letto, alzarsi dal letto, bere acqua e mandarti un sms, risponderti ancora e poi ancora. crollare che è tardi tardi e che tra qualche ora suona la sveglia
- la sveglia che suona, io che mi alzo come un robot e continuo a ripetermi "oggi ci sposiamo oggi ci sposiamo oggi ci sposiamo" e tutti si svegliano e c'è un'adrenalina nell'aria che io non so come riesco a stare buona seduta mentre mi acconciano e mi truccano
- il momento in cui sono pronta e mio padre mi accompagna giù per le scale, il viaggio per arrivare al santuario, il cuore che batte, la voglia di piangere, di urlare, di ridere
- il momento in cui mio padre mi prende a braccetto e stiamo per entrare e quel pugno allo stomaco che sento alla prima nota della marcia nuziale
- quandoci chiniamo per sciogliere la corda all'ingresso e gli occhi di mio padre diventano rosso fuoco
- tu che mi aspetti all'altare con quegli occhi che dicono tutto e io che percorro quel corridoio che mi sembra eterno ma che al tempo stesso è finito dopo tre passi e penso che sto sognando
- il momento in cui ho baciato l'anello e te l'ho messo al dito, il momento in cui hai dimenticato di baciare l'anello e me l'hai messo al dito
- quando stavamo per uscire ed ero terrorizzata dai coni di riso e ho pensato che era il giorno più bello della mia vita e te l'ho detto e tu mi hai detto che lo era anche per te
- i 40 gradi che hanno accompagnato tutta la meravigliosa giornata e il pranzo - cena, dimenandoci tra ostriche, spiedini, orecchiette, spigola e maialino con una disinvoltura invidiabile
- quando dovevo fare pipì e ho dovuto chiedere aiuto a mia madre con il vestito e il bagno era strettissimo e stavo per svenire
- quando ci hanno chiamato per tagliare la torta e ho pensato omioddio siamo già alla torta, sta finendo la giornata
- quando ho salutato tutti e siamo rimasti in pochi seduti a bere limoncello o forse prosecco, mi sono tolta le scarpe, ho allungato i piedi sulla sedia e ho iniziato a piangere di gioia e di tutte le emozioni faticosamente trattenute
- quando sono andati via anche gli ultimi e siamo rimasti da soli e dal mio vestito sono uscite le piantagioni di riso di tutta l'Asia
- quando ho guardato il vestito poggiato sulla sedia e ho provato una fitta di nostalgia al pensiero di averlo già tolto
- quando era già il giorno dopo ed eravamo marito e moglie e abbiamo fatto colazione fuori in mezzo al verde e ho pianto di nuovo di quella gioia scema e primordiale che un po' ti vergogni a provare
- quando abbiamo pranzato dai miei prima di ripartire e poi ci si siamo rimessi in viaggio verso Roma, che guardavo dal finestrino e c'avevo paura di tutta questa felicità.
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