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Nick Young, la voce fuori dal coro

Creato il 08 marzo 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

In un’orchestra musicale (o in una grande squadra di basket) quando tutti gli orchestrali lavorano con la stessa intensità e con la stessa efficacia si assiste sempre ad un pregevolissimo “spettacolo”, sia esso a teatro o su un parquet. Se in una squadra però c’è una voce fuori dal coro vuol dire che i conti non tornano, ed il successo non è più garantito.
E’ il caso di Nick Young, guardia 26enne dei Washington Wizards (selezionato nel 2007 con la sedicesima scelta assoluta al draft).

Nel quadro nero profondo dei Wizards di questa stagione (e purtroppo non è l’unica), il bianco tendente al grigio delle prestazioni di Young salta all’occhio solo se si guarda con attenzione il dipinto di Washington; ad un’analisi approssimativa, il rischio di confonderlo con tutto il contesto triste e derelitto è molto forte.

Le medie che il prodotto della University of Southern California ha prodotto non sono affatto da buttar via: 37esimo marcatore della lega con 16.8 punti a partita in quasi 31 minuti d’impiego, dietro, anche se di poco, ha grandi giocatori come Gallinari, Harden, Stephen Curry, Ray Allen e il “Jet” Terry. In stagione ha scollinato una volta oltre i 35 punti e ben in quattordici partite ne ha messi più di 20.
Certo è difficile riuscire a farsi conoscere ed apprezzare nella Lega se giochi con una franchigia di cui si analizza tantissimo ciò che non va bene, per non parlare di tutti gli “spiacevoli” episodi che forse richiedono un intervento di rifacimento pesante, modello Indiana Pacers post rissa del Palace of Auburn Hills.
Anche se, va tenuto conto, che al di là dei risultati sportivi tutt’altro che esaltanti (9 vinte, 29 perse) se si guarda la base di questi Wizards si possono fare delle valutazioni interessanti.

Nick Young, la voce fuori dal coro
Il roster è composto da elementi i quali, per colpa della giovane età (o forse del progetto non esattamente vincente) non hanno ancora trasformato il talento individuale in solide prestazioni. E’ il caso sicuramente di John Wall che tutti prefigurano come il go-to-guy sul quale costruire la squadra, oltre alle leve atletiche eccezionali di JaVale McGee a cui si aggiungono elementi di grande potenziale come Jordan Crawford e Jan Vesely.

Per Young questo è l’ultimo anno di contratto prima di diventare free agent senza restrizioni, indubbiamente un’ottima possibilità per il giovane di ambire ad una piazza importante (ma la sua attitudine resta tutta da valutare). Senza tralasciare la possibilità di costruire con Wall e i ragazzi citati una squadra che corre e fa il proprio gioco, con mentalità da squadra NBA e non da ragazzi svogliati (ma per questo ci vorrà tempo…tanto).

Il progetto è ambizioso e non privo di difficoltà, staremo a vedere se un futuro migliore è possibile per Nick ed i suoi “pazzi” Wizards.


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