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Niente sensi di colpa, please

Creato il 07 luglio 2011 da Lanterna
Immaginiamo, come fa Wonder, uno scenario di genitore assente.
Immaginiamo che quel genitore sia io, e che abbia vinto il dottorato a Genova. Immaginiamo che il dottorato mi impegni fuori casa più di quanto avevo previsto e che io assecondi la mia passione, portando i bambini a scuola per le 7.30 e tornando con il treno delle otto di sera.
Non è una vita figa fatta di viaggi (a meno che di non considerare "viaggio" la vita del pendolare), non otterrei avanzamenti di carriera, non lo farei per i soldi. Lo farei per passione, esattamente come sono andata alle fiere di Lucca, Mantova, Torino, Milano.
Vedrei i miei figli molto meno, la gestione della casa sarebbe affidata a Luca, ma farei per 3 anni qualcosa che mi appassiona totalmente.
Avrei sensi di colpa? Forse verso Luca, che si troverebbe catapultato da una situazione di collaborazione ad avere il totale peso, senza una contropartita economica. Ma non verso i miei figli. Mi dispiacerebbe vederli di meno, così come mi dispiace vedere di meno mia madre o le mie amiche più lontane. Così come soffrirei ad avere meno tempo da passare con mio marito. Ma sensi di colpa no: magari soffriranno della mia mancanza come io soffro della loro, ma non mi considero insostituibile. Già adesso mi sostituiscono volentieri con i nonni, con gli educatori carinissimi del centro estivo, con gli amichetti e con il papà.
Non sarebbe una vita rose e fiori: sarebbe faticosa. Ma, se la scegliessi, se potessi e volessi sceglierla, una volta presa la decisione me ne andrei senza remore. Avrei dei ripensamenti se il mio nuovo lavoro non valesse la pena di tanti sacrifici, ma non per la mia nostalgia di casa. Come posso insegnare ai miei figli a volare, se poi io per prima non oso neanche aprire le ali?
Il dolore e la rinuncia sono la controparte del coraggio e della scelta. Non sono colpa di qualcuno, sono inevitabili. Bisogna accettarli e sopportarli quando arrivano, non farsene una colpa.

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