Non è Parolisi. Parola di psichiatra

Continuano gli scoop e le notizie sul caso Rea Parolisi. A qualche giorno dall’udienza arrivano notizie positive per Salvatore, il caporal maggiore ristretto presso il carcere di Teramo. Prima la foto di quel fanale di Scenic, che dimostrerebbe quello che ha sempre “giurato” . Poi sul corpo di Melania Rea ci sarebbero capelli femminili che non sono della vittima. Una ulteriore conferma che ad uccidere Melania potrebbe essere stata una persona diversa da Salvatore, magari la stessa di cui il DNA è imprigionato sotto un’unghia di Melania.  Gli avvocati Nicodemo Gentile e Valter Biscotti asseriscono che ”La consulenza medico racconta che sul corpo della povera Melania sono stati ritrovati più capelli. I primi rilievi dicono che si tratta di capelli di donna ma che molto probabilmente, anche per la lunghezza, non appartengono a Melania. ” Gli stessi avvocati pongono una domanda inquietante: “Ci chiediamo perché, prima di arrestare Parolisi, questa fondamentale traccia non sia stata analizzata ed esaminata con l’urgenza del caso, tenuto conto anche del Dna femminile ritrovato sotto l’unghia di Melania”. Gli avvocati poi continuano ad evidenziare i dubbi sul modo con cui sono state svolte le indagini: “ Questa evidente lacuna evidenzia un ulteriore macroscopico buco in un’indagine a senso unico sempre più fragile, sempre più ricca di palesi contraddizioni e di tanti, tantissimi dubbi”.

Ed infine il commento di Alessandro Meluzzi, psichiatra, che sostiene la tesi dell’innocenza del caporalmaggiore. Apprendiamo infatti, dalle pagine del Secolo XIX che secondo il noto psichiatra avrebbe dichiarato che il delitto Rea sembrerebbe ”per la dinamica dell’aggressione  un regolamento di conti fra donne”. “Le coltellate inferte in maniera disordinata fanno pensare a una mano femminile”.Meluzzi giudica «poco probabile»l’ipotesi che Melania si sia “svestita” volontariamente ma è molto probabile che sia stata una messa in scena successiva.  Meluzzi è stato sentito in merito al caso Parolisi Rea in quanto ad Ascoli Piceno per la perizia di Katia Reginella la donna accusata di aver fatto “sparire” il proprio figlio neonato di meno di 60 giorni.

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