Magazine Sport

Non solo palla, non solo nuoto

Creato il 19 maggio 2011 da Sportduepuntozero

di Marco Casazza

Non solo palla, non solo nuoto
Entriamo in piscina e subito le narici vengono invase dal familiare odore del cloro. Gruppi di bambini con mamme girano intorno a noi in un pomeriggio di primavera. Ci guardiamo intorno. La scena è diversa da quella del sabato precedente, giorno di partita.  Quel pomeriggio gruppi di tifosi esultanti sostenevano le due squadre nella sfida, che avrebbe visto vincere la Torino 81, squadra di serie A2 di pallanuoto, contro la capolista di Trieste. Ora tutto è più tranquillo.

Un gruppo di ragazzini si allena, in attesa del cambio, quando arriverà come tutti i giorni la prima squadra. Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dopo una giornata di studio o di lavoro, vengono messi alla prova dal loro allenatore, avendo nella mente e nel cuore il fine settimana e la sfida successiva. La pallanuoto non è uno sport come il calcio, in cui ognuno gioca in un proprio ruolo. Qui ognuno è difensore ed attaccante. La vittoria o l’insuccesso dipendono da ciascun membro della squadra. Cerchiamo, guardando attraverso il vetro che ci separa dalla vasca, Mattia Aversa, una delle anime di questa squadra di pallanuoto. Lui, ex nazionale (giocava nel Posillipo), una trentina di anni fa accettò una sfida difficile: far sopravvivere una squadra sportiva alla chiusura. Lui, che tanto aveva investito, decise di crederci. Così nacque, nel 1981, la Torino 81 dalla Sisport Pallanuoto. Divenne allenatore della squadra giovanile.

Una palla, due porte, tanta acqua

Mattia ci parla del suo mondo fatto di una palla, due porte e tanta acqua. In quell’universo non basta essere un bravo nuotatore con un’ottima resistenza. Con gli occhi che escono appena dall’acqua le prospettive cambiano. Devi sapere quello che fai nei trenta secondi di possesso palla della tua squadra. E devi sapere che, attaccato a te, sta sempre un avversario, che non si comporta proprio come un cavaliere con la dama. Cerca fisicamente e mentalmente di sovrastarti perché tu ti ritiri verso i bordi. Nella sfida uno contro uno non c’è pietà. Se uno è più forte (e te lo fa sentire, non solo metaforicamente) o tu resisti e rispondi o salti. E quando ti ritiri la squadra non è più tale. Soprattutto da meno di due decenni, da quando ad un gioco più libero si sono sostituiti gli schemi. Lo schema è comodo perché ti permette di avere una strategia, ma ti blocca se perdi un uomo.  Oggi Mattia Aversa ha cambiato ruolo. Nella società che ha aiutato a costruire è uno dei dirigenti. Ma non uno che occasionalmente va a stringere le mani ai giocatori, mette i soldi ed esulta per gli investimenti milionari. Perché di milioni (di euro) non ce ne sono e non ce ne sono mai stati per i giocatori. Lui tutti i giorni guarda la squadra e, come tutti i giocatori, ha nel cuore il sabato di partita, la serie A1 e poi chissà.

Leggi l’articolo completo sul numero di maggio

 

[Show as slideshow]

Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto
Non solo palla, non solo nuoto

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine