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Un paio di giorni fa è esploso il caso, l'ennesimo, attorno al Pio Albergo Trivulzio di Milano e ai canoni di affitto ribassati a favore di "illustri" parenti e affetti di potenti e ricconi della Milano bella, sempre per modo di dire. Affitti molto al di sotto dei prezzi di mercato per zone centralissime, concessi a persone di certo non ascrivibili alla categoria dei bisognosi, quelli di cui si dovrebbe occupare l'ente ma che ormai sono stati totalmente dimenticati. Nelle liste sono comparsi i nomi di Ariedo Braida dirigente del Milan, Piero Testoni nipote di Cossiga e deputato PDL, Carla Fracci, la modella Gaia Bermani Amaral ed altri ancora; per di più non vi è traccia di un centinaio di immobili che sarebbero stati venduti negli anni scorsi, per domani sono attesi i documenti in merito. Mi ha molto colpito l'intervista della Amaral a pagina 19 de la Repubblica odierna, in cui la donna si difende dicendo di aver partecipato ad un normale bando nel 2003 e di "pagare comunque 700 euro spese incluse per 72 metri quadrati in via Bramante, praticamente Chinatown". Grazie a Google Maps è molto facile localizzare la casa della signorina e tutto sommato non mi pare in una posizione così scomoda, a due passi da Corso Sempione e con vista sul Cimitero Monumentale, insomma poteva andarle peggio. D'altra parte, pagare 631 euro di affitto comprensivi di spese credo sia improponibile in qualunque capoluogo di provincia, anche in quelle assurde nate negli ultimi anni. Da verificare pure che "il regolare Bando" lo sia davvero.
A Palermo un immigrato marocchino di 27 anni, Noureddine Adnane è morto per le conseguenze delle ustioni che lui stesso si era procurato l'11 febbraio scorso. Adnane faceva l'ambulante, vendeva giocattoli con un carretto ed era in possesso di diritto di soggiorno e licenza per esercitare il mestiere. Ma ciò non bastava ai solerti vigili urbani palermitani, che gli avevano inflitto quattro multe in dieci giorni per sosta prolungata (una legge della città impone agli ambulanti di spostarsi ogni ora). Il ragazzo, esasperato dalla situazione, ha deciso di cospargersi di benzina e darsi fuoco davanti ad uno dei bar più noti della città, in via Basile. Dopo otto giorni di agonia se n'è andato lasciando una moglie e un figlio che da poco avevano ottenuto il permesso per raggiungerlo.
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