Gli 800 dipendenti del Comune di Novara, manco a dirlo a guida leghista, avranno una bella sorpresa in busta paga a fine marzo. Il 17 marzo, infatti, non sarà contato come festività, ma come ferie obbligatorie e quindi saranno scalate ai giorni di rispetto che spettano annualmente.
Dalla città piemontese tutti fanno gli indiani. Il vicesindaco Silvana Moscatelli, facente funzione del sindaco Massimo Giordano che è diventato assessore della Giunta regionale, glissa:
Non ne so nulla, di queste cose si occupano i tecnici. Ne parlerò con il segretario comunale.
L’assessore al personale Mauro Franzinelli si dice all’oscuro:
Sono a Roma da due giorni per l’Anci, non conosco la questione e non sapevo nulla della circolare.
I dipendenti, intanto, sbottano:
Hanno cercato di far passare la decisione sotto silenzio. Il 17 marzo stavamo tutti a casa e poi in busta paga ci ritrovavamo un giorno di ferie in meno di cui magari nemmeno tutti ci accorgevamo. A parte che le ferie non devono essere costrette, ma questa è una festa nazionale perché il nostro ente deve regolarsi come preferisce?
Anche se la soluzione è estrema, la colpa è del governo che non ha ben regolarizzato il 17 marzo nel tourbillon del CdM lacerato.
Lo ricorda Riccardo Salomone, professore di diritto del Lavoro all’Università di Trento:
Le festività sono di solito indicate nei contratti collettivi. In questo caso poiché la festività è nuova e per di più una tantum, viene sfruttato un vuoto normativo. La scelta è discutibile ma se la norma non è chiara non è illegittima.
Nel dubbio, però, la Lega ci è andata giù pesante, giusto per ricordare quanto ami questo 150esimo anniversario.