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Novecento: Ritratto di Francesco Cossiga

Creato il 26 ottobre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Novecento: Ritratto di Francesco CossigaIn prima serata su Rai3, ”Novecento”, la trasmissione di Pippo Baudo dedicata agli eventi e ai personaggi che hanno caratterizzato il secolo scorso. Il programma che si ripropone fatti che hanno scritto pagine importanti di storia, di volti e di nomi entrati nell’immaginario collettivo, di grandi dinastie italiane e di avvenimenti poco conosciuti o controversi ma meritevoli di essere tramandati. Un lungo viaggio televisivo nella memoria di ognuno di noi, un vero e proprio album dei ricordi dei protagonisti del XX secolo da sfogliare in un mix tra passato e presente, tra storia e intrattenimento.

Novecento: Ritratto di Francesco Cossiga
Il personaggio nel mirino della trasmissione è un personaggio che ha vissuto e fatto la politica  di questo Paese, considerato un po’ stravagante, anche a causa delle sue “picconate” ma, sempre e comunque: un presidente della Repubblica Italiana.

Con Claudio Sabelli Fioretti e Paolo Guzzanti il ritratto di Francesco Cossiga.

Tutta la sua vita, dagli anni bui del terrorismo fino ai tempi odierni. Un uomo molto potente e controverso. Studioso, uomo politico e  statista.  Molti gli impegni politici che lo hanno coinvolto, dalle Brigate rosse al delitto Moro, ma, questo è stato per noi: Francesco Cossiga.

Muore a 82 anni. Niente funerale di Stato e nessun politico presente, un momento privato, una fine discreta, forse un po’ triste ma, nel rispetto delle sue ultime volontà. Si è spento da solo, uscendo in punta di piedi, mestamente, lui, l’uomo che ha saputo sfidare i suoi oppositori, il meno democristiano di tutti, o meglio: il liberale cattolico.

Novecento: Ritratto di Francesco Cossiga
Una forte personalità, la cui storia politica personale si intreccia con la storia della Repubblica. Intransigente fino al punto da opporsi alle trattative richieste dalle Brigate Rosse e un amico che piange sul corpo di Aldo Moro.  Uno sdoppiamento che gli è valso l’appellativo di “pazzia politica” a tal punto che si  voleva toglierlo dalla Presidenza e rinchiuderlo in una clinica psichiatrica.

De Michelis: “ Non è stato tra i più importanti leader della Dc ma, per questa ragione ha avuto ruoli importanti, ebbe l’intuizione di capire quanto il mondo sarebbe cambiato”!

La conclusione  di  questo ritratto viene  affidata alle mani del vignettista Marini: un piccone che scrive la parola, FINE.


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