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Obama: siamo sicuri che la “vecchia” italia non ritorni?

Creato il 12 febbraio 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

Obama: siamo sicuri che la “vecchia” italia non ritorni?E’ un trafiletto apparso sulla prima pagina de lastampa.it, che, al di là delle celebrazioni della visita tra Obama e Monti, pone sul tavolo della discussione un dubbio americano: “E quando a Roma torneranno a governare i partiti, tornerà anche la vecchia Italia?”.

Monti ha dichiarato: “Con piena convinzione ho spiegato che è prova di grande senso di responsabilità quella dimostrata dai partiti italiani e non si vede perché non possa durare anche oltre” la durata limitata di questo governo…

In effetti, si tocca un tema che a livello internazionale e nazionale è un grande punto interrogativo, ancora tutto da sciogliere. Dopo Monti, chi guiderà il paese?

Una prima ipotesi è che ritornino i vecchi partiti, con qualche personaggio messo da parte e altri che avanzano. La loro cultura politica e i loro comportamenti sarebbero tuttavia gli stessi, poichè gli interessi di cui sono portatori rimangono immutati. Ritorneremmo alle diatribe tra minoranza e opposizione, quelle che portano ad un rimpallo infinito e a nessuna assunzione di responsabilità. I mediocri continuerebbero ad aver voce, perchè la politica ha studiato per parlare e non dire.

Un’altra ipotesi potrebbe essere la legittimazione politica del governo Monti. Sarebbe difficile da ottenere, poichè i cittadini si sono prima visti esautorati della loro sovranità, poi colpiti dai tagli e dai sacrifici. Prima hanno dato colpa ai partiti, dopo al governo Monti. Siccome la memoria italiana è quella dell’Effimera, è più facile che il popolo snobbi monti per ritornare ad un inconsapevole malgoverno, du cui condivide cultura e linguaggi. Tifare è più semplice di partecipare.

Tuttavia, c’è una terza via, quella del rinnovamento politico. Tangentopoli scompose i partiti, ma non i loro interessi. Monti potrebbe contribuire alla formazione di una nuova classe, legittimata dal contenuto “etico e morale”, disposta a scendere in campo per mediare tra sistemi d’interessi conflittuali, per il bene del paese. La portata non può che essere a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Diverse sono le “fucine” di nuovi progetti, che cercano alternative politiche.

I profughi della seconda repubblica proveranno a rimanere a galla. Questo è certo. Ciò che manca oggi, forse non è ancora il momento, è la presentazione del “nuovo sistema politico italiano”, che non tarderà a venire, a noi cittadini, non rimane che attendere fiduciosi e con spirito partecipativo. Una buona classe dirigente non è la manna e non piove dal cielo.


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