Magazine Cucina
Mia nonna, il ricordo di lei e di quando trovavo casa sua fragrante di biscotti. Questo ho pensato qualche tempo fa (perché in questo spazio i miei momenti vengono differiti seguendo gli impegni), nel desiderio di mettere a tavola una colazione domenicale, curata, sentita, lenta. Perché almeno la domenica bisogna recuperare il tempo, nello scorrere calmo delle ore serene.
Di recente mi è capitato di ascoltare alla radio, per voce di Dr. Feelgood – dato che solo lui al mattino ascolto e Virgin è sulla mia frequenza preferita – l’incredulità di una scena: la famigliola amorevole, stucchevole quasi, raccolta intorno al focolare domestico per far colazione. Questa visione definita forse un po’ troppo finta e forse solo da relegare agli spot televisivi.
Ebbene, mi ribello al pensiero perché alla fine la serenità, la tranquillità e solo in parte la felicità – tenuta da parte la buona fetta destinata al caso – sono tutte costruzioni date dalle nostre azioni, a mio parere. Se voglio una casa serena, devo lavorare per esserlo io; se voglio una colazione da spot – sentendola vera e molto mia – devo lavorare perché le sane abitudini non smettano di albergare in casa (intesa come famiglia, la home e non la house).
Così, sono certa che fin quando la volontà sarà salda riusciremo sempre a ritagliarci un momento solo per noi, PaNa family, nella casetta al marzapane o fuori, nel desiderio di fermare lo scorrere incessante degli appuntamenti, davanti una colazione domenicale che sia curata, elegantemente apparecchiata e dolce da far venire le carie… a noi dolce piace!
Buon inizio settimana a tutti.
Nota: biscotti realizzabili con una semplice frolla, da me rivisitati secondo l’impasto di casa mia. Un impasto classico, per il gusto siciliano, in cui il burro è sostituito dallo strutto e una parte di “umidità” è data dal latte. Impasto, ancora, che risiede nella mia memoria come racconto all’inizio di questo scritto, perché arriva dalle mani di mia nonna. Usato per i classici pupi con l’uovo, per i meno soliti ravioli e per i tradizionalissimi buccellati.
Nella borsa della spesa:
500 g di Farina 00
150 g di Strutto
150 g di Zucchero
½ bustina di Lievito
½ Limone, la scorza grattugiata
120 g (circa) di Latte intero
Per decorare:
Zucchero a velo
Per farcire:
Nutella
Fiordifrutta alle arance amare (o secondo il vostro gusto)
Vi racconto il “come fare”:
Disponete la farina a fontana e miscelatela con lo zucchero, la scorza di limone grattugiata, il lievito. Aggiungete lo strutto a pezzetti e iniziate ad amalgamare questo con la farina fino a creare la classica sabbiatura che si ottiene quando si prepara la pasta frolla: le polveri miscelate allo strutto si presenteranno con la consistenza di sabbia bagnata. A questo punto continuate ad impastare con l’aggiunta del latte tiepido, procedete gradatamente fino ad ottenere un impasto omogeneo. Più si lavora, più lo strutto tenderà a rilasciare l’unto rovinando l’impasto per cui, così come la pasta frolla, la lavorazione deve essere veloce. Non è necessario, ma se avete tempo per far riposare al fresco l’impasto sarà più facilmente lavorabile. Preriscaldate il forno a 180°C e intanto stendete la pasta con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di 1 cm. Ritagliate dalla pasta stesa dei dischetti con un coppapasta (o se non ne possedete uno, con un bicchiere). Procedete a ritagliare i dischetti fino ad esaurimento dell’impasto. Poi su una metà dei dischi, praticate in centro un forellino più piccolo. Disponete i biscotti su una placca da forno unta o ricoperta da carta da forno, e cuocete in forno caldo per circa 20 minuti, fin quando risulteranno dorati.
Attendete che si raffreddino, poi condite la parte intera (il disco pieno) dei biscotti con marmellata (nel mio caso, fiordifrutta della Rigoni di Asiago) o nutella. Decorate la parte forata (il disco con il secondo buco in centro) con dello zucchero a velo e usate questa metà per “chiudere” l’occhio di bue. Conservato in una latta ben chiusa, mantengono la fragranza per diversi giorni.
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