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Oggi al Cinema incontra Kate Winslet

Creato il 22 ottobre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

22 ottobre 2013 • Interviste, Vetrina Cinema, Videos

Kate Winslet è arrivata a Londra avvolta in un fantastico abito rosso, mostrandosi radiante all’anteprima europea del film Labor Day. L’attrice inglese, che lo scorso dicembre ha detto sì per la terza volta al patron della Virgin, Ned Rocknroll, è ormai vicinissima al parto del suo terzo figlio. Winslet, 38, è già madre di due bambini, Mia di 13 e Joe di 9. L’attrice premio Oscar è diventata la regina del London Film Festival mettendo in ombra il regista Jason Reitman e l’attore Josh Brolin con il suo carisma e la sua energia. Oggi al Cinema ha avuto il piacere di incontrarla alla conferenza stampa di presentazione di Labor Day.

Nel film lei interpreta una donna terribilmente spaventata eppure decide di fidarsi di Frank e di aprirle il suo cuore. Come può accadere una cosa del genere?
E’ una domanda alla quale è difficile rispondere e che mi sembra anche molto personale. Forse è uno dei grandi dubbi dell’esistenza: cosa attrae una persona verso un’altra? Adele è stata sola per molto tempo e non si capisce per quale ragione decida di dare fiducia all’uomo più inaffidabile a cui si possa pensare. Io credo che lei realizzi fin da subito che Frank sia una brava persona, qualcosa le dice che con lui può lasciarsi andare. Ovviamente far entrare uno sconosciuto nella propria casa mi è sembrata subito una cosa molto bizzarra e irrazionale e ho cercato continuamente di trovare una ragione alle sue azioni ma spesso mi è riuscito difficile. Quindi mi sono limitata a recitare e a vivere la situazione così com’era. Una donna sola con un bambino che si trova di fronte un bell’uomo ferito che le chiede aiuto.

Kate Winslet - Labor Day

Kate Winslet – Labor Day

Qual è stato il lavoro che avete fatto per creare questa atmosfera di tensione?
Una delle cose che Jason ha scelto di fare è stata quella di non provare, nonostante la cosa lo preoccupasse non poco. Credo che alla fine la sua scelta abbia pagato, che lo spettatore si senta smarrito nella narrazione e che il film diventi meno prevedibile. Anche noi attori spesso non sapevamo che cosa sarebbe accaduto e specialmente Gattlin era veramente terrorizzato. Naturalmente è un ragazzo e ci teneva a dare il meglio di sé. Ma niente veniva rivelato fino al giorno stesso delle riprese e io sono veramente grata a Jason per questo. Ci ha espressamente chiesto di non lavorare troppo sui nostri personaggi perché questo li avrebbe snaturati.

Lei si è spesso cimentata in ruoli di donne coinvolte in storie d’amore impossibili, è stato così in Titanic e in The Reader per esempio. E’ un caso o ama questo tipo di sceneggiature?
Non credo di aver un particolare interesse per le storie d’amore impossibili ma quando leggo una sceneggiatura mi piace credere nella storia che racconto. Inoltre sono rimasta molto affascinata dal personaggio di Adele che è una donna fragile ma anche molto forte e coraggiosa. Credo che fosse molto importante sottolineare quanta forza ci voglia per continuare a vivere a prescindere da quanto il nostro cuore possa essere spezzato. Inoltre mi ha molto colpito la relazione tra lei ed il figlio Henry perché trovo che la loro complicità sia piuttosto fuori dal comune.

Proprio a questo proposito, come è riuscita a creare questa chimica con il ragazzo?
Jason mi ha aiutato molto ma effettivamente credo che sia stata una delle relazioni professionali più belle che io abbia mai avuto. E’ stato un privilegio lavorare con un ragazzo così genuino, nel momento più bello della sua crescita. Non faceva che fare domande e io cercavo di rassicurarlo: “Ok, sei terrorizzato. Anche io, Jason e Josh lo siamo. Tutti qui lo sono. Quindi non preoccuparti, andrà tutto bene.” Sapevo che saremmo dovuti diventare amici. Volevo essere sua amica e prendermi cura di lui. Lui era la mia priorità sul set. Quando sapevo di dovermi concentrare in delle scene con Josh, ero abbastanza metodica e ponevo dei limiti al mio rapporto con Gattlin ma quando sapevo che lui aveva bisogno di me, io c’ero come un genitore. Allo stesso modo mi congratulavo con lui e lo incoraggiavo quando lavorava bene in modo da potergli dare fiducia. Poi mi dovevo preoccupare anche della presenza di Josh che è un leader di natura e dovevo gestire il rapporto tra i due.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net

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