I Philadelphia 76ers vincono la Summer League di Orlando, primo appuntamento dell’estate giocata della NBA, in finale contro i Memphis Grizzlies per 91-75. Ma i risultati contano poco e nulla in questa settimana in Florida: contano i numeri dei singoli giocatori, quelli che sono stati scelti all’ultimo Draft, come Aaron Gordon, Marcus Smart ed Elfrid Payton, quelli attesi al debutto, come Nerlens Noel, e quelli in cerca di una chance nella Lega, come Tyler Honeycutt e Seth Curry. A brillare sono stati soprattutto giocatori con già esperienza in NBA come ad esempio Kentavious Caldwell-Pope, l’esterno dei Detroit Pistons che ha chiuso come miglior marcatore a 24 punti di media.
In casa 76ers i riflettori erano ovviamente puntati su Nerlens Noel, il lungo da Kentucky che ha trascorso tutta la passata stagione in infermeria per l’operazione al ginocchio di inizio 2013. Noel ha giocato 3 delle 5 partite previste ma ha mostrato le sue doti: verticalità, mobilità, capacità di correre il campo e grandi istinti. Ha chiuso a quasi 14 punti e 6 rimbalzi con 3 stoppate di media ma in attacco è tutto da costruire e deve mettere muscoli perchè è un fuscello. Gli altri: 7 punti a sera per Jerami Grant, 10 per KJ McDaniels mentre Pierre Jackson si è spaccato il tendine d’Achille e a brillare è stato soprattutto l’ex Virtus Bologna Casper Ware, 19 punti ad allacciata di scarpe.
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— Philadelphia 76ers (@Sixers) July 11, 2014
I Detroit Pistons hanno vinto 3 gare su 5 ma Kentavious Caldwell-Pope, scelto nel Draft 2013 da Georgia, ha letteralmente dominato: 24 punti e 7 rimbalzi di media col 33% da tre e anche una gara da 30+12 contro i Grizzlies, segno che il ragazzo ha tanto talento e merita spazio. Stesso discorso vale per Jeremy Lamb dei Thunder che, nonostante una regular season molto buona, nei playoff è sparito per OKC e si è ripresentato alla lega estiva chiusa ad oltre 17 di media. A proposito di Thunder, ottimo l’impatto di Mitch McGary, rookie da Michigan: il pivot bianco, reduce da un anno di stop per l’operazione alla schiena, ha viaggiato a 15 e 6 rimbalzi con quasi 2 stoppate di media.
Grande attesa c’era anche per i Boston Celtics. A casa James Young, guardia da Kentucky, per problemi al collo, i riflettori erano tutti per Marcus Smart, big guard da Oklahoma State. Smart, sempre in doppia cifra, ha giocato tutte le gare e ha messo insieme 15 punti, 4 rimbalzi, 4 assist e 2 rubate a gara, mostrando leadership, forza fisica, capacità di finire al ferro e buone letture; deve limitare le palle perse e soprattutto dare continuità al tiro da tre (9 su 35 e una meccanica da risistemare). Chi ha tirato bene dall’arco è Mike Moser, lungo ex Oregon, che ha viaggiato col 42% da tre. Superbo Kelly Olynyk: il lungo canadese ha viaggiato ad oltre 17 e 7 rimbalzi a partita.
Grande hype inoltre nei confronti dei Magic padroni di casa che, oltre a Victor Oladipo (dominante a 17 di media), mettevano in campo Aaron Gordon ed Elfrid Payton, i due scelti all’ultimo Draft. L’ala da Arizona ho mostrato lampi atletici non indifferenti anche se ha faticato a trovare il suo ruolo: per lui quasi 8 punti e 5 rimbalzi di media ma ha tirato molto male, 35% dal campo, e in particolare da tre, 0 su 10. Il playmaker riccioluto ha invece mostrato le sue doti ovvero atletismo, difesa, palle recuperate grazie alla braccia interminabili, leadership e ottimi istinti: è stato il miglior assistman del torneo a 7 di media, aggiunti a 9 punti e 5 rimbalzi, a conferma che il paragone con Rajon Rondo non è sbagliato (anche per il tiro da tre, 1 su 2 in 5 gare).
I Miami Heat, molto concentrati sulla free agency (leggete qui quanto è accaduto), non hanno comunque perso di vista la loro squadra estiva: bene James Ennis, 17 punti di media, luci e ombre per Shabazz Napier. Il playmaker da Connecticut, voluto fortemente dagli Heat per provare a trattenere LeBron James, ha mostrato le sue doti di generale sul parquet (9.2 punti e 4.6 assist) ma in generale ha faticato, forse per la taglia fisica e molto per un tiro che non è mai praticamente entrato (15-55 FG, 4-26 3PT). Inoltre ha esagerato con quasi 5 palle perse di media a sera. Probabilmente ha patito la pressione ma Riley e la franchigia gli daranno fiducia (per forza).
Chi ha dato più spettacolo di tutti è stato Nick Johnson, guardia da Arizona, scelto al secondo giro dagli Houston Rockets, compagno di Amedeo Della Valle a Findlay Prep. Johnson, guardia small che proverà a fare la squadra coi Rockets, ha messo lì due schiacciate favolose: un 360 contro i Thunder e un’affondata sulla testa del povero tedescone Ohlbrecht, finito nel poster. Oltre ai balzi, notevoli comunque, Johnson ha chiuso a quasi 16 punti con anche 6 rimbalzi e 5 assist di media (stona il 29% da tre), tanta roba per uno che arriva appena all’1.90.