Il nostro passato rivive attraverso i nostri ricordi e grazie a questi siamo in grado di affrontare le situazioni di vita quotidiana in maniera più efficace. Le nostre esperienze personali sono immagazzinate in un sistema di memoria definita “autobiografica”.Essa rappresenta una funzione mentale multisfaccetata e complessa che consente di ricostruire gli eventi passati in modo che forniscano una visione continuativa di se stessi (Tulving, 2002).
La memoria autobiografica è centrale per il funzionamento umano, contribuisce alla strutturazione del sé, all’azione del sé nel mondo e a far si che l’individuo possa perseguire con efficacia i propri obiettivi alla luce delle esperienze passate (Williams, Barnhofer, Crane et al., 2007).
Dal punto di vista strutturale la memoria autobiografica è organizzata gerarchicamente, cioè le informazioni autobiografiche di base sono disposte in tre differenti livelli di specificità: ad un primo livello, il più astratto, si collocano i periodi di vita, ampie unità di tempo misurate in anni o decadi associate ad un tema prevalente (ad esempio, l’infanzia, la relazione con la madre). Il livello intermedio comprende, invece, gli eventi generali, temporalmente limitati della durata di mesi, settimane o giorni, che possono essere ripetuti (“guidare tutte le mattine per andare a lavoro”), o rappresentare singoli eventi (“la mia vacanza in Sardegna”). Infine, gli eventi specifici presenti nell’ultimo livello della gerarchia, si riferiscono ad eventi della durata di secondi, minuti od ore, cioè di episodi che assumono qualità uniche, specifiche e dettagliate.
L’individuo è generalmente in grado di muoversi all’interno di questa gerarchia recuperando, in base alle richieste contestuali, informazioni autobiografiche generali o specifiche, ma questo non vale per tutti. È come se la loro ricerca di informazioni autobiografiche si fermasse ad un primo livello della gerarchia o ad un livello intermedio invece di proseguire oltre. Il fallimento nel recupero dei ricordi autobiografici specifici è detto overgeneral memory (OGM) o ipergeneralità dei ricordi e può compromettere alcuni aspetti del funzionamento cognitivo come la capacità di problem solving e l’abilità nell’immaginare eventi futuri. È stato osservato, inoltre, che l’OGM è associata a disturbi come la depressione e il disturbo post-traumatico da stress e contribuisce anche alla loro insorgenza e/o al loro mantenimento.
Le cause dell’ipergeneralità dei ricordi non sono ancora del tutto chiare, anche se autori come Williams (2006) hanno asserito che alla base di questo fenomeno potrebbero esserci tre differenti processi: uno di questi è la ruminazione che porta l’individuo a focalizzare l’attenzione su aspetti semantici, astratti e rilevanti per il sé, presenti ad un livello gerarchico intermedio della memoria autobiografica, piuttosto che su aspetti concreti presenti ad un livello più basso. Questo stile di pensiero impedisce, perciò, l’accesso ad informazioni specifiche. Un altro processo è l’evitamento funzionale in cui l’individuo interrompe la ricerca di informazioni ad un livello intermedio della gerarchia perché andare avanti nel recupero significherebbe riattivare informazioni di eventi negativi o traumatici estremamente dolorose per l’individuo. Questo processo è generalmente impiegato quando si sono vissute esperienze traumatiche che hanno, poi, portato a impiegare l’evitamento funzionale come un vero e proprio stile cognitivo, anche se a lungo termine tale strategia diviene disadattiva. Infine, un terzo processo coinvolto nell’OGM sono le funzioni esecutive. Nello specifico, esistono due tipi di recupero dei ricordi, uno automatico che non necessita di risorse esecutive e l’altro generativo che richiede un grande sforzo cognitivo. Quest’ultimo, quindi, implica il coinvolgimento delle funzioni esecutive per cui deficit in tali processi possono interferire col recupero di informazioni specifiche. Ciò avviene perché ridotte capacità esecutive rendono più difficile la soppressione di informazioni irrilevanti a favore di quelle importanti, quindi, l’individuo con ridotte capacità esecutive non disponendo delle risorse necessarie per giungere alle informazioni specifiche interrompe la ricerca ad un livello di descrittori intermedi favorendo un recupero di ricordi generici.
In sintesi, OGM rappresenta una modalità di recupero dei ricordi autobiografici fallimentare che può contribuire allo sviluppo ed al mantenimento di disturbi psicologici come la depressione e il disturbo post-traumatico da stress. Indagare con maggiore specificità le cause di questo processo ed intervenire su di esse può, di conseguenza, favorire un sano funzionamento cognitivo dell’individuo ed un maggiore benessere psicologico.