Non è capitato tantissime volte che un giocatore europeo non scelto al Draft finisse in NBA. Alexey Shved ce l’ha fatta, maturato tardi non aveva convinto nessuno quando toccava a lui, così solo a 24 anni riuscirà finalmente a calcare in parquet d’oltreoceano. E’ capitato ancora più raramente che un ultra trentenne d’area FIBA si trovi a fare il rookie. Un esempio, non molto positivo a dire il vero, è quello di Antoine Rigadeau, principe del playmaking finito ai Dallas Mavericks a 32 anni dopo una vita trascorsa alla Virtus Bologna vinci-tutto tra il 1997 ed il 2003. Quasi dieci anni dopo la storia si ripete, nuovamente una franchigia NBA viene a pescare un veterano in Europa, è il caso dei New York Knicks e Pablo Prigioni.
Classe ’77, dopo aver giocato 13 anni in ACB, Prigioni fa il grande salto nella NBA a 35 anni, nella squadra più chiaccherata e disfunzionale dell’universo per portare leadership ed esperienza nel gruppo, cosa piuttosto particolare per un rookie.
Prigioni, protagonista con la nazionale albi-celeste alle ultime Olimpiadi è al lavoro a New York dove tutti hanno già capito di che pasta è fatto. Colleziona auto ed oggetti d’epoca, mangia solo cibi sani, non beve latte ed è convinto di potersi giocare le sue carte come backup di Raymond Felton e Jason Kidd per dare una mano alla squadra. Già nel 2009 i Knicks ci provarono con Pablo, che però scelse il Real Madrid; ora, dopo 3 Coppe del Re, 4 Supercoppe Spagnole, un titolo ACB e 7 medaglie con la nazionale Argentina Prigioni ha deciso che è il momento di accettare questa nuova sfida.
In un’intervista di Jared Zwerling di ESPNNewYork l’ex Caja Laboral ha ammesso “La macchina dei sogni? E’ la Ford Mustang Mach 1, la Eleonor di Fuori in 60 secondi“… intanto dovrebbe andar bene un contratto con i New York Knicks!