Politici ladroni Dio perdona Papa Francesco no
Il Papa non perdona. L'inferno dei politici è cominciato all'alba. E Sua Santità dice che questo è solo un assaggio. Sveglia alle cinque per cercare la cravatta giusta. Poi comincia la processione dei papaveri: 298 deputati, 176 senatori, nove ministri, diciannove sottosegretari, ventitré ex parlamentari con tanto di vitalizio. In tutto sono circa cinquecento. Qualcuno alla fine si è dato malato. Destinazione San Pietro. C'è la messa del Papa. Che fai non ci vai? Magari l'anno prossimo si vota perfino in Italia. L'appuntamento è alla Domus Santa Marta, ingresso laterale, «porta della preghiera». Quelli che non vogliono farsi riconoscere arrivano con le auto blu. Davanti all'altare i posti sono stati già assegnati il giorno prima. Non si sa se con il manuale Cencelli o scelti dalle segreterie. Qualcuno si lamenta che non ci sono le preferenze. I più rammaricati sono i parlamentari di Campania, Puglia, Calabria e buona parte delle circoscrizioni siciliane. Quelli del Lazio, furbi, fanno finta di nulla.
La messa è alle sette. Quando comincia l'omelia tutti si aspettano la carezza del Papa. Invece parte la sberla. Francesco non dice neppure buongiorno. «I peccatori pentiti saranno perdonati. I corrotti no». E qui tutti si guardano in faccia per capire se sta parlando così in generale o ha preso di mira quel gruppetto al centro. Quando il Papa li chiama sepolcri imbiancati si è capito che ce l'ha con ognuno di loro. Panico. Allora è vero che Dio è onnisciente? I corrotti sono il peggio del peggio. Poi magari ci stiamo noi scribi e farisei. Molto, molto più lontani dal perdono rispetto a maddalene e prostitute. Quelle con la lettera scarlatta verranno perdonate. I corrotti, gli scribi e i farisei neppure con la raccomandazione. Perché, se qualcuno non l'avesse capito, Bergoglio sta parlando di una classe dirigente miope e ottusa.
Ed è la giostra delle reazioni via twitter la prova che il perdono è lontano. La cattolica praticante: «Va bene la sgridata, ma così se l'è presa con noi peones». L'ex montiano: «Così si alimenta il populismo». La ministra: «Il papa ha fatto un discorso alto. Io non mi sento chiamata in causa personalmente...». Quello di Forza Italia: «Che botte!». Il grillino: «Grazie Papa Francesco». L'alfaniano: «È stata messa semplice ed essenziale, un inno alla preghiera». Il vendoliano: «Il Papa era freddo, distante, sentivo in me un senso di gelo». Il renziano: «Dobbiamo restare vicino al popolo». Il leghista: «Mi sono confessato dopo vent'anni». Ite missa est.Grande, grandissimo Papa!
Sta riportando la Chiesa sul sentiero di Cristo e della sua parola.L'unica parola che indica il sentiero dei Giusti, che si creda o meno nella trascendenza.Hanno fatto ridere con i loro commenti i soliti falsoni che rimuovono la realtà per non guardarsi allo specchio.