di Gio’ Chianta
In Rai, in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS, pare che circolasse una mail interna nella quale si invitavano i conduttori delle trasmissioni che dovevano occuparsi dell’argomento a non pronunciare mai la parola profilattico.
Ecco il contenuto della mail
«Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate questo concetto».
La mail sarebbe stata inviata da Laura De Pasquale, una funzionaria Rai. Leggendo l’articolo appare del tutto evidente che la funzionaria abbia applicato le direttive di Renato Balduzzi, neo ministro della Salute.
La Rai ha subito smentito l’esistenza stessa della mail. Certamente sara’ stato un caso che quella terribile parolina non è mai stata pronunciata da nessuno, con o senza mail. L’assenza della terribile parolina ha creato molto stupore ed indignazione tra i membri delle associazioni che si occupano di lotta all’Hiv.
Anche questo nuovo governo è legato al mondo cattolico, Balduzzi non fa eccezione, visto che è professore ordinario all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il che non vuol dire nulla oppure vuole dire tutto, nel caso di specie potrebbe voler dire tutto.
Ora, con o senza la mail appare logico ipotizzare che quella terribile parolina non sia stata pronunciata perché non piace proprio al Vaticano, che in Rai, come sappiamo bene, è molto influente. Conosciamo le posizioni del Vaticano sul tema: bisogna far di tutto per sconfiggere Hiv, ma bisogna fare molta attenzione ad utilizzare l’unico “strumento” realmente efficace per prevenire Hiv. Certo, c’è stata qualche timida apertura ma la strada è ancora lunga.
Con o senza mail, è vergognoso che quella parola non sia stata pronunciata. Per chiedere scusa a tutti gli abbonati Rai, per chiedere scusa a tutti i sieropositivi e per dare un contributo concreto per combattere l’Hiv, la Rai deve impegnarsi, ogni anno, a destinare parte del canone Rai alle associazioni che si occupano di lotta all’Aids. Gli abbonati Rai vogliono che parte dei loro soldi servano per distribuire profilattici, salvando cosi’ la vita a molte persone, gli abbonati Rai non vogliono una Rai asservita ai poteri forti. E poi sarebbe anche una bella operazione immagine e magari qualche ”evasore” tornerebbe a pagare il canone.