Il destinatario del provvedimento è un imprenditore del settore vitivinicolo di 48 anni di Partinico (PA), arrestato nel 2004, nell'ambito dell'operazione di polizia denominata «Terra Bruciata», condotta dal Gico della Guardia di Finanza di Palermo, con l'accusa di associazione mafiosa.
A lui sono stati confiscati dalla Guardia di Finanza di Palermo su provvedimento del Tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzion, beni per un valore di oltre 8 milioni di euro. Secondo le indagini l'imprenditore ha costruito la sua fortuna economica negli anni ottanta, grazie alla sua vicinanza con i reggenti del mandamento mafioso di Partinico, da sempre uno dei più potenti sul territorio siciliano, anche per la forte ingerenza nel tessuto economico locale, diretta in passato da uomini di elevato spessore criminale del calibro di Nenè Geraci, assassinato il 23 novembre 1997, e dei fratelli Vito e Leonardo Vitale, entrambi condannati per associazione mafiosa.
Gli accertamenti delle fiamme gialle hanno posto in evidenza il ruolo di finanziatore svolto dall'imprenditore a supporto degli esponenti della famiglia Vitale, svolgendo per loro conto anche attività di intermediazione e di raccolta del denaro proveniente dalle estorsioni.
Per questi fatti è stato successivamente condannato, in via definitiva, a sette anni. Il provvedimento di confisca riguarda quattro importanti attività commerciali operanti nel settore vinicolo di Partinico, 15 automezzi, per la maggior parte autocarri e mezzi speciali, quote societarie e disponibilità bancarie e finanziarie.
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