Novembre 1878. Giovanni Passannante, giovane cuoco lucano, vende la propria giacchetta per otto soldi e compra un coltello, che somiglia più a un temperino, per un attentato a Umberto I, Re d’Italia. Gli procura solo qualche graffio, ma viene condannato a morte, poi graziato, trasferito in una segreta sotto il livello del mare e, infine, imprigionato in un manicomio criminale dove morirà nel 1910.
Negatagli la sepoltura, il suo cranio viene esposto al Museo Criminologico di Roma. Da allora Passannante e la sua storia cadono nel dimenticatoio, fino a quando tre uomini testardi, idealisti e un po’ incoscienti decidono di intraprendere una lunga battaglia per dare sepoltura ai resti del cuoco lucano, che erano ancora conservati nel Museo Criminologico.
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