Come questo libro lo vede il mio amico Marco Di Nunzio, Ricercatore in Antropologia Culturale Universitè Libre de Bruxelles/ University of Oxford
“Cogito ergo sum, penso quindi sono, diceva qualcuno qualche tempo fa. Simone con il suo libro ci dice qualcosa di più interessante e sicuramente più attuale: penso e quindi sono, un cazzo! Per gran parte di noi, pensare è un estenuante flusso di ansie, preoccupazioni, tentennamenti, visioni, immaginazioni, allucinazioni, manie. Pensare quindi non è un atto di emancipazione. E’ un’attività estenuante che trasforma inazione in azione. Questo perché pensare se fare e non fare, cosa fare e cosa non fare, come farlo e non farlo è un lavoro fisso e a tempo pieno.
Questo libro è un manifesto. Con ironia e una scrittura veloce, Simone ci porta nella vita di un personaggio, dove la precarietà, i meandri della politica e della morale berlusconiana, l’immobilismo e le pretese dell’intellettualismo di sinistra imbrigliano la capacità di agire, pensare, essere, divenire. Dove piccoli Berlusconi di provincia e call centers diventano i nostri punti di riferimento e i terreni in cui elaboriamo il nostro senso del reale. Allucinazioni, manie e improbabili sensi di possibilità spesso diventano la nostra unica via di uscita”.
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