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Per chi ci crede, l’ast e’ una societa’ “sana”….

Creato il 09 settembre 2011 da Sidast

Incerottata

Quando, qualche mese addietro, è stata prospettata dalla Regione Siciliana la convenienza, per la stessa Amministrazione,  di cedere le azioni dell’Azienda Siciliana Trasporti spa e liberarsi dal gravame di una partecipata in perenne crisi finanziaria, i vertici aziendali si sono precipitati all’Ars per sostenere che la Società era “sana” e che le criticità erano dovute esclusivamente ai ritardi con cui la stessa Regione  provvede a finanziare la più importante azienda regionale del tpl.

Quindi, un’azienda che non riesce a retribuire i propri dipendenti e i propri fornitori (petrolieri compresi), che non ha un euro messo da parte per pagare il tfr (appena garantito dagli immobili di proprietà), che non paga i contributi fiscali e previdenziali, che è perennemente in rosso con le banche, che non può assumere nuovo e necessario personale e che dirotta perfino i contributi sindacali, sarebbe un’azienda “sana” e meritevole di essere salvata da Mamma Regione che, in piena crisi planetaria, non si può permettere neanche di ritardare di qualche mese il versamento dei viveri ad una creatura che ha deciso di mantenere in vita ma che stenta a sostenere.

Vogliamo ripartire dalle ultime parole di un articolo pubblicato sul “Quotidiano di Sicilia” qualche giorno fa e che affermava, a proposito del “minimo” erogato dalla Regione (5 milioni di € a fronte dei circa 35 “dovuti”) : “Sembra il minimo per un’azienda di trasporto pubblico – tra le partecipate regionali salvate – che avrebbe bisogno di una rivoluzione gestionale per non essere più dipendente da mamma Regione” per sostenere, appunto che di cattiva gestione trattasi oltre che di ritardi nell’elargizione di contributi. E’ come se la Fiat, ad esempio, si volesse sostenere con i contributi statali indipendentemente dal numero delle autovetture prodotte e dall’eventuale mancata vendita delle stesse….

Perché non parlare dei mancati incassi, delle spese superflue, delle costose parentopoli, degli imboscamenti, delle consulenze non sempre utili e necessarie, delle mancate sanzioni agli evasori, delle esagerate esternalizzazioni, della mancata fidelizzazione dell’Utenza e così via?

I meccanici non devono intervenire nel caso di guasti alle vetture in servizio perché tale compito è demandato a una certa ditta convenzionata, gli operatori d’esercizio sono autorizzati a vendere o meno i biglietti in vettura a loro piacimento, il servizio di controlleria è inesistente, la comunicazione aziendale è sparita, gli impiegati sono trattenuti in ufficio grazie ai tornelli e non perché responsabilizzati a compiere il proprio dovere, gli addetti alle biglietterie sono autorizzati a “non rispondere al telefono” e così via e tutto ciò al solo scopo di risparmiare qualche euro su competenze che non vogliono essere riconosciute.

Sarebbe bello se, oltre al bilancio annuale (a volte falso anche se “senza dolo” come è stato accertato dalla Magistratura), l’Azienda trovasse il coraggio di divulgare, sul proprio sito istituzionale, i ricavi da traffico degli ultimi 10 anni di vita dell’Azienda, il costo delle collaborazioni e delle consulenze, l’ammontare delle spese generali, il costo totale del lavoro… Si scoprirebbe, in questo modo, che l’Azienda è stata gestita male e sempre peggio a partire, soprattutto, dalla trasformazione da Ente Giuridico Regionale a SpA che ha consentito con meno lacci e laccioli di darsi alla “grandeur” con sconfinamenti in altri campi non propriamente istituzionali costati un occhio della testa e che hanno affossato (vogliamo sperare non definitivamente) quella che è stata, per circa 60 anni una bella realtà…

Si diano da fare, quindi, gli attuali amministratori e dirigenti della Società se non vogliono essere cacciati via e sostituiti da manager più capaci, prima che sia….. troppo tardi anche per quest’ultima opzione…..!

PER CHI CI CREDE, L’AST E’ UNA SOCIETA’ “SANA”….
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