L’importante è vincere
In principio fu il lago. Poi vennero l’inverno, il ghiaccio ed un gruppo di ragazzi armati di pattini, disco e bastoni: il resto arrivò da sé. Comincia da un freddo inverno del 1934 la storia della Valpellice Bulldogs, la prima società hockeystica piemontese: dalle rive del Blancio al modernissimo impianto ”Cotta Morandini” è passato molto tempo, quel tanto che è bastato alla formazione di Torre Pellice per affermarsi sul panorama nazionale come fulcro del movimento regionale di hockey su ghiaccio. Uno sport dove partecipare non è importante: si deve vincere.
si gioca per vincere
La disciplina, di derivazione nordamericana, è tesa a privilegiare il divertimento e lo spettacolo.
Si gioca in sei contro sei, portieri inclusi, armati di bastoni e puck (il disco, ovvero l’equivalente del pallone in qualsiasi altro sport) e con l’obiettivo di segnare almeno un gol in più degli avversari.
Le gare – regolate, in campo, da un arbitro e due guardalinee e off-ice, ovvero senza pattini ai piedi, da svariati giudici di porta, cronometristi e addetti ai replay – sono articolate in tre periodi da 20′ effettivi di gioco, al termine dei quali non sono tollerati punteggi di parità: in questi casi le compagini dovranno disputare un drittel (tempo di gara) supplementare, della durata variabile da 5′ a 10′, che termina alla prima marcatura di una delle due squadre.
la cattedrale dell’hockey
Nonostante il tempio italiano dell’hockey risieda tra le alture di Veneto e Trentino – tra Asiago, Cortina, Bolzano e Vipiteno – la “Valpe” è la compagine italiana che vanta il maggior numero di tifosi, garantendo un’affluenza di circa duemila spettatori a partita che può rendere la pista del palazzetto ”Cotta Morandini” molto insidiosa per qualsiasi squadra.
E’ proprio la responsabile eventi dei Bulldogs, Josephine Rivoira, a raccontare: “In squadra abbiamo tanti giocatori americani e canadesi che, pur di farsi trascinare dal pubblico, hanno preferito venire a giocare nella Valpe rifiutando altre formazioni italiane più importanti”.
L’impianto, costruito per ospitare alcune gare olimpiche durante la recente rassegna invernale di Torino 2006, fa la sua parte: una vera e propria cattedrale dell’hockey appena ai piedi dei monti pinerolesi, dotata di ogni comfort per la squadra e per i sostenitori, che prima e dopo le partite possono anche pattinare sullo stesso ghiaccio dei propri beniamini: “Abbiamo ottenuto la gestione del palazzetto – continua la stessa Rivoira – riuscendo così a personalizzare il campo con i nostri loghi e gli sponsor, inserendo il negozio ufficiale e alcuni punti di ristoro per i tifosi”.
Tutte accortezze che permettono agli appassionati della disciplina di avvicinarsi ancor di più alla Valpe: “I tagliandi per le partite sono acquistabili, oltre che ai botteghini, anche su internet o presso le filiali di alcune banche regionali, per cui per chi arriva è diventato ancora più facile. Durante gli intervalli delle partite, organizziamo giochi ed attività ad estrazione per coinvolgere il pubblico facendo scendere in campo la gente per fare qualche tiro di prova o regalando alcuni gadget della squadra”.
pattini, bastone, corazza
Il primo requisito per salire sulla pista da gioco sono i pattini da ghiaccio.
Molati una volta ogni quattro giorni, i pattini hanno caratteristiche particolari per resistere alle cariche, ma soprattutto devono garantire comfort e fluidità di manovra al giocare, per consentire le traiettorie più congeniali alla partita.
In seconda posizione – prima di casco, visiera, guanti e protezioni per spalle e cassa toracica, obbligatorie ormai da qualche anno – viene il bastone: una stecca di circa quasi due metri, ricurva da un lato e variabile per flessibilità e carvatura, costruita quasi interamente in fibra di carbonio.
Il bastone è centrale per lo svolgimento della partita: se anche è possibile utilizzare il pattino per controllare o passare il disco, il bastone è infatti l’unico equipaggiamento col quale si può realizzare una rete, oltre ad essere un ottimo strumento per contrastare un avversario o limitarne comportamenti poco corretti. La sua vita, tuttavia, è effimera perché leggerezza e manovrabilità rendono il bastone molto fragile (il giocatore ne cambia anche venti a stagione e durante gli allenamenti è prassi presentarsi già con quello di scorta).
Da questo elenco si dissocia leggermente l’attrezzatura del portiere: a partire dal bastone (a base molto più larga per intercettare le conclusioni in porta), fino al casco, spesso personalizzato con colori e disegni sgargianti e dotato di griglia e protezioni integrali, passando per corpetto, gambali e guanto “a scudo” – per la mano che impugna il bastone – e “da presa” per l’altra.
ghiaccio in Piemonte
Il capoluogo regionale è certamente il fulcro del movimento piemontese dell’hockey, con ben cinque società – Real Torino, All Stars Piemonte, IHC Draghi, Torino Bulls e IHC Giugoma – equamente suddivise tra la serie A2 e la C, che si spartiscono gli impianti comunali di Torino Esposizioni ed il PalaTazzoli. Avvicinandosi ai monti, oltre al “Cotta Morandini” di Torre Pellice, è possibile praticare la disciplina anche allo Stadio Olimpico del ghiaccio di Pinerolo.
di Stefano Rosso
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