E quando il gelato diventa il tuo tormentone da mane a sera, quando il tuo loop è circolare e la sola cosa che cerchi è una scusa per poterne mangiare di ogni gusto, sappi che è troppo tardi e la tua sola salvezza sarà l’arrivo del freddo inverno. Nel frattempo, lo sbocciare della primavera ha riportato i bei banconi lucidi e ammiccanti, carichi di cialde, coni, coppette e cucchiaini, offerenti i gusti più succulenti possibili, canonici, bio, artificiali, alternativi, regalando esperienze sensoriali variabili da persona a persona, da più coraggioso a oltraggioso. Tipo l’assaggiatore del gelato al broccolo o di quello alla spuma di pesce; l’altro che mangia puffo o big babol senza timore di bruciarsi le papille gustative o quell’altro ancora che se non ha quel grigino dato dalla soia neppure ci si avvicina. E voi di che gusto siete?
Propendete per una classica tipologia cioccolatosa tipo cioccolato, bacio, rocher, nocciola, kinder bueno e centinaia di varianti simili?
O preferite la frutta fresca e solare, dissetante ma dolce, di quella a cui i bambini non sanno dire mai di no come la fragola con le sue declinazioni? Frutti di bosco, lampone, fior di fragola, amarena, more o gelsi?
Grandi classici peraltro sono i gusti delicati, supportati dal colore altrettanto chiaro: il giallo tenue della vaniglia puntinata dal nero dei suoi semini, il giallo più intenso della crema, quello più trasparente del giallo limone, fino alla virata assoluta del bianco yogurt o fiordilatte.
Nessuno rimane poi scontento se ti presenti con una vaschetta al pistacchio. Se poi ci sono dei bambini il puffo è inevitabile e allora dovrai litigare col gelataio sulle quantità da spalmarvi dentro ma ormai sarà troppo tardi: il danno sarà fatto e anche la specialità di Bronte sarà intaccata.
Quindi a meno che non ti trasformi in Gargamella e fa fuori tutti gli omini blu prima del tuo gelataio, puoi solo sperare che il prossimo gusto non abbia lo stesso colore della gatta Birba… visto che al peggio non c’è mai fine?