il Pisa Book festival si è concluso e, reduce da questo tour de force letterario, vorrei lasciarvi con alcuni libri che hanno colpito la mia attenzione mentre giravo tra i vari stand. Iniziamo con un libretto scritto in uno stile esilarante che cattura sin dalle prime battute, opera di (de)formazione nata dalla penna di Angelo Orlando Leoni.
Titolo: Io non ci volevo venire qui
Autore: Angelo Orlando Meloni Editore: Del Vecchio Editore
Pagine: 128
Prezzo: €14,00 Trama: Io non ci volevo venire qui è l’autobiografia immaginaria – in chiave comica – di una persona priva di qualsiasi talentaccio, che vorrebbe vivere una vita tranquilla e che cercherà con tutte le sue forze di fuggire dalle sirene dell’arte. Una confessione aperta, che fa rivivere al lettore una incredibile serie di esperienze pseudo–artistiche, vissute tra compagnie teatrali di quartiere, scalcagnate scuole di scrittura, musicisti post–rock con la puzza sotto il naso e viaggi della speranza alla ricerca della fama. Lo specchio fedele di quello che accade quando l’istruzione di massa crea quale suo imprevedibile sottoprodotto un esercito di poeti e chitarristi anziché di scienziati. Una rassegna di episodi dissacranti, che si evolve non solo come un esilarante manuale per la conquista della felicità, ma diventa un vero e proprio romanzo di (de)formazione. Una sorpresa via l’altra, saremo alle prese con “la sindrome di Forrest Gump”, “il teorema del cavaliere” e la “maledizione del manoscritto perduto”, capitolo dopo capitolo, fino all’ultima, illuminante disavventura, che ci farà scoprire «perché il pubblico delle letture dantesche ha sempre quell’espressione beata sulla faccia».
«Angelo Orlando Meloni è riuscito a raccontare la vita e perfino le sue miserie attraverso uno strumento molto complesso: la comicità.» La RepubblicaUN ESTRATTO: QUI
Questo libro rimanda a immagini e sensazioni antiche, a partire dalla copertina un po’ retrò. La trama ricorda le classiche storie intensamente belle e cariche di sentimenti e significato, che non si può non amare e nelle quali ci si immedesima totalmente. Titolo: Vorrei che anche tu ricordassi
Autore: Dominique Mainard
Editore: edizioni Saecula
Prezzo:16,00 euro Trama: Mado è un’anziana signora che vive sola in una piccola, sonnolenta cittadina francese, e ha problemi a ricordare le cose. Da sempre ha una passione che è la sua stessa vita: fotografare dettagli ai quali la gente comune non fa caso: una crepa nell’asfalto, un granello di polvere alla luce, le venature di una foglia caduta da un albero. È il regalo fattole dal padre quando era piccola: la possibilità di scoprire un “mondo minuscolo”, l’unico da sempre a lei, menomata da una poliomielite, accessibile. Julide è una ragazzina adolescente il cui destino è già stato segnato dai genitori con un matrimonio combinato, al quale lei si piega, nonostante tutto. Nala è sua zia, una donna immigrata dall’Oriente, custode di sapienze antiche, di piccoli segreti e interprete delle trame misteriose della vita. È l’unica a capire Mado, è l’unica a capire Julide. Le farà conoscere, stringendole nella necessità di una tenerezza simbiotica. L’Indiano, arrivato un giorno in città, è un uomo che fin dall’infanzia non può che vivere a qualche metro da terra. E così gira per le città e i villaggi aggiustando i tetti, le antenne, le banderuole segnavento. E con sé porterà l’amore. Quello disperato, inarrestabile, quello contrastato, impossibile. Il primo, quello vero. Vite piccole – ma tutt’altro che ordinarie - che incantano il quotidiano, mondi immaginari, segreti e bugie, incontri improbabili che permettono di sfuggire a se stessi – o di ritrovarsi. La storia è raccontata su un filo sottile di mistero e di poesia, una trina impalpabile in cui è possibile respirare lunghi silenzi, vedere immagini che non basta guardare, vivere attese e improvvise esplosioni di felicità, sperimentare che il non-detto è importante quanto le parole. Per scoprire, alla fine, che ciò che l’Indiano cerca nel cielo e Mado nella polvere sono la stessa cosa: i cambiamenti perpetui, del cuore e della vita. La ribellione è una cosa dolce. Premio del libro France Culture - Télérama 2007.
“Ci si innamora dei racconti di Dominique Mainard, la narratrice delle vite minuscole che ha il dono di reincantare il quotidiano.” Claire Julliard, Le Nouvel ObservateurQuesto libro è diventato un vero e proprio caso editoriale, per la sua storia dissacrante che prende in giro il proprio paese, la Norvegia, che con la morte di Stieg Larsson si è buttato alla ricerca di un erede, lanciando sul mercato sfilze di romanzi Millennium stile. Larrson, Bjorn, però, anche lui Norvegese e romanziere, per uscire dall’ingombrante ombra dell’omonimo, punta sull’essere diverso. Titolo: I poeti morti non scrivono gialli
Autore: Bjorn Larsson Editore: Iperborea
Pagine: 360
Prezzo: euro 17,00 Trama: Un’opaca sera di febbraio, l’editore Karl Petersén raggiunge impaziente il porto di Helsingborg. Nella ventiquattrore una bottiglia di champagne e un contratto per il poeta Jan Y. Nilsson, a cui ha chiesto di scrivere un giallo, sicuro bestseller già venduto ai più prestigiosi editori d’Europa. Ma il poeta accetterà di firmare? Si piegherà alle basse leggi di quel mercato che, con la sua ricerca di una poesia alta ed essenziale, ha sempre snobbato? La risposta è definitiva: Petersén trova Jan Y. impiccato a bordo del peschereccio in cui viveva. Si è suicidato? Il commissario Barck non ha dubbi: i poeti si uccidono, non vengono uccisi. Eppure i motivi per farlo fuori non mancano, a cominciare dal lauto compenso che Jan Y. avrebbe presto incassato e dal materiale scottante sugli squali della finanza che il suo romanzo era pronto a denunciare… Nell’età dell’oro dei thriller, Björn Larsson scrive “una specie di giallo” che è un gioco letterario di raffinata ironia e autoironia, per indagare l’essenza stessa della scrittura e della vocazione artistica. In una sferzante satira di un mondo editoriale all’isterica ricerca del prossimo successo, solo un “poliziotto-poeta” è in grado di scoprire le associazioni nascoste, di rivelare l’inatteso, di afferrare le verità che si celano dietro le apparenze.
Una storia carina e originale, con una protagonista dal carattere e abitudini a dir poco singolari, e una storia d’amore che promette scintille ma anche qualche lacrima.
Titolo: La felicità di Emma Autore: Claudia Schreiber Editore: Keller editore
Prezzo: €14,50 Pagine: 208 Trama: Emma alleva maiali in un angolo sperduto della campagna tedesca. È libera, forte e quello a una vecchia scrofa, che stringe quando riflette, è l'abbraccio più vigoroso che abbia mai dato. Gli animali sono la sua cura all'assenza di un amore, ai debiti che stanno per farle perdere la fattoria. Una notte, però, il silenzio viene rotto dal fragore di un incidente stradale e nella sua vita arriva Max, giovane impiegato in fuga con il denaro rubato all'azienda per cui lavora e con il sogno di trascorrere gli ultimi mesi di vita in Messico. Come d'incanto Emma si ritrova tra le braccia tutto ciò che poteva desiderare: una borsa piena di soldi e un uomo da amare. Ma la felicità c'entra qualcosa con i desideri? Delicato, surreale, commovente, a tratti triste e a tratti rabbiosamente comico questo romanzo ci consegna una indimenticabile storia d'amore e di incontro tra destini.
"Emma andò in camera da letto e annusò la trapunta. C'era ancora impigliato il suo odore. Resina e cannella. E perché adesso se ne voleva andare, quel tipo dai begli occhi scuri? Per una volta una donna salva un uomo invece che viceversa, lo consola come una madre, e dopo lui se ne vergogna? Per questo era così taciturno? E poi, dove voleva andare senza soldi?"
"La felicità di Emma è una gioia, uno di quei romanzi che si leggono tutto d'un fiato e rimangono per sempre dentro di noi." Elias BarceloE voi? Siete stati a Pisa?
Se sì, fateci sapere cosa avete pescato nel mare di stand.