Magazine Cucina
Vi ho già raccontato del mio soggiorno in Provenza qui e qui. Non ci posso fare niente, quando arriva l'estate la mie mente viaggia tra i ricordi più belli. Oltre al mare di Agropoli (che è tra i nostri, miei e di Chiara, ricordi più cari) c'è l'amata Francia. Vado in Francia da quando sono una bambina, i miei genitori me l'hanno fatta visitare in lungo e in largo trasmettendomi l'amore per questa terra amata-odiata da tanti.
C'è un libro di Antonio Caprarica, giornalista e inviato di Rai 1 che amo moltissimo per la freschezza, l'ironia e la genuinità dei suoi reportage. E' un piacere leggerlo e il suo libro "Com'è dolce Parigi...o no!? Perchè amare la Francia nonostante i francesi è un racconto autobiografico del suo periodo come corrispondente Rai a Parigi e l'aspetto che più mi ha colpito e che condivido è il voler andare oltre la prima facciata. Oltre il modo snob e presuntuoso della gente, oltre la cucina ricca di salse e creme, oltre il "noi siamo i migliori in fatto di cucina, vini e moda". C'è qualcosa che deve essere scoperto, qualcosa di autentico e affascinante. E allora compare la vera bellezza della Francia, la vera anima dei francesi. Non sono poi tutti così male aggiungo io. Sanno essere ospitali, generosi e tremendamente amici. Parlo per esperienze fatte in Provenza, in Normandia, in Bretagna, in Alsazia, nella Loira, nella Champagne, nella Bourgogne, nella Ville Lumière. Dico sempre che se non avessi conosciuto mio marito, sarei rimasta in Francia. Amo immensamente le dolci campagne della Bresse, del Perigord, della Provence, i porti di Honfleur, Deauville, Biscarrosse, le vie piccole e sconosciute del centro di Parigi, i mercatini dell'antiquariato di Colmar, di Bry, di Tours e potrei continuare per ore, giorni, settimane a ricordare non solo i luoghi ma anche i sorrisi dei francesi. L'ospitalità di Robert e Annie che mi hanno accolto nella loro famiglia come una figlia o l'esuberanza gentile di Sophie con cui ho trascorso momenti meravigliosi, la vecchia Jaqueline con i suoi capelli bianchi e le mani segnate dal tempo che guardando fuori dalla finestra, a Bourg-en-bresse, mi raccontava dei poulet e poi ancora Stephane, Luc, Magali, Antoine, Martine, monsieur Marc e madame Vittelle. Tutti personaggi conosciuti e vissuti nel mio romanzo francese.
Mi sono lasciata prendere dai ricordi, excusez-moi.
La ricetta di oggi è una preparazione tipicamente du Sud. Pollo, carne bianca che in Francia preparano in mille modi differenti, erbe aromatiche tipiche dei paesi mediterranei e tanto amore, quello non manca mai. Il tutto infornato a 180° per 40 minuti.
Profumi di lavanda, rosmarino, timo, salvia per un gusto e una succulenza uniche.
Mi seguite in Francia, ops, in cucina?
Ingredienti: per 4 persone affamate
1 pollo di 1 kg
10 pomodorini
8 patate di media grandezza
3 porri
2 spicchi d'aglio
rosmarino, salvia, lavanda, timo a piacere
olio evo
sale grosso
200 ml di vermouth secco
Preparazione:
Lavate i pomodorini, divideteli a metà. Pulite i porri e tagliateli a fettine, preparate le erbe aromatiche. In una teglia da forno versate l'olio e i pezzi di pollo. Fate rosolare sul fuoco e bagnate con il vermouth. Fate cuocere a fuoco lento affinchè il vino evapori. Circa 10 minuti di cottura. Quando il pollo sarà ben dorato, aggiungete i porri, gli spicchi d'aglio, i pomodorini, le patate, le erbe aromatiche e il sale grosso. Infornate per 35-40 minuti a 170-180°. Il pollo sarà tenero, succoso e profumato.
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