di: Matteo Pistilli
La precisazione diffusa dalla Fiat giovedì 13 settembre (in allegato) e ripresa con enfasi e sorpresa da molti commentatori in Italia, non è in realtà una novità e può essere interessante sottolinearne di nuovo i motivi. Non è una novità per chi, uscendo da un’ottica polemica e di politica spiccia, ha sempre valutato la questione da un punto di vista geoeconomico o meglio ancora geopolitico.
Non siamo di fronte a capricci di un’industria, siamo di fronte a cambiamenti nell’arena mondiale ai quali le amministrazioni pubbliche e private tentano di porre rimedi.
L’accenno alla mancanza di incentivi pubblici da parte del Governo Italiano, accennata da Sergio Marchionne nella sua dichiarazione, è più che un semplice “sgarbo” alle istituzioni italiane.