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Presto che è tardi. Perchè il tempo è una variabile inconstante

Da Lacucinadiqb
Presto che è tardi. Perchè il tempo è una variabile inconstante
Questo post aveva visto la luce sabato notte (post di sera bel tempo si spera!) con l'intenzione di pubblicarlo poi la domenica sera, tra una battuta della Lucianina e una tisana rilassante. Volevo parlare di un momento importante della vita di mia figlia, di un suo "scambio d'amorosi sensi" che le ha trasformato il sorriso ed i ritmi, del fatto che i figli crescono e le mamme imbiancano e ci si trova in men che non si dica dall'aggiungere le gocce di vitamina D al latte nel biberon, per loro, a prenotare la densiometria ossea all'Asl di competenza, per te.Mi è stata cassata l'ispirazione e, previo permesso, ne potrò parlare fra qualche tempo.Domenica la sorpresa di Squisito! 2011 e della candidatura del mio blog nella categoria Giornalista, che mi ha vista agitatissima vincitrice, in compagnia di care amiche come Sorelle in pentola e la Banda dei Broccoli
Presto che è tardi. Perchè il tempo è una variabile inconstanteAl rientro a notte fonda si era agitato anche il blog che ha deciso di tenermi fuori dalla sua piattaforma per quasi due giorni. Forse si sentiva trascurato :)
Presto che è tardi. Perchè il tempo è una variabile inconstante
Questo tempo in attesa mi ha dato la possibilità di riflettere un po'. Nel giro di qualche anno sono passata dalle scartoffie alle padelle, dai tailleur al faldone, dal tacco 9 calzato 12 ore al giorno agli zoccoli antinfortunistici macchiati con tutti gli ingredienti del mondo. Capelli sempre raccolti e che vedono la parrucchiera come la cometa di Halley, trucco più approssimato (tanto basta spostare un pentolone con 8 lt di brodo per perdere un po' noblesse oblige), dal Chanel N°5 all'Eau de Onion con mani che avrebbero più bisogno di photoshop che di una manicure. Questa lenta trasformazione grazie al sopravvento una passione latente, sempre relegata in secondo piano e considerata di minoritaria importanza rispetto agli impegni familiari e professionali già in essere.Mi sono messa a studiare, ho avuto la fortuna di incontrare la pazienza e la cucina dell'amico chef Carlo Vidali e un po' alla volta ho cominciato a vivere le mie belle soddisfazioni.Ma non mi bastava, come non mi è mai bastato. Fin da piccola raggiunto un obiettivo subito sparata verso qualche altra cosa. Sempre con l'ansia da prestazione amplificata da una timidezza patologica. Un atteggiamento che i miei non hanno mai veramente capito, ancora stupiti dal fatto che non mi attirasse più un "bel lavoro tranquillo" per fare quello che sto facendo ora. "Ti ga el morbin", una patologia indefinita, un piccolo morbo che non fa stare mai fermi, ma per me salvifico.

Quello che sto cercando di fare ora, da quasi un anno a questa parte, è raccontare (e continuare a  studiare) la storia, le emozioni, le tradizioni ed il futuro del cibo. Sempre con le farfalle nello stomaco, con la sensazione di non avere mai abbastanza tempo o competenze, con la certezza che se mi fossi imposta le cose ora sarebbero diverse ma anche con la serena consapevolezza che le cose non accadono mai per caso. E se ora sono qui a raccontare di una sfoglia relativamente veloce, e comunque squisita, è perché l'emozione che mi ha dato la presenza di questo blog è come una seconda possibilità. Con buona pace "dell'età avanzata ma non trascorsa".E vi racconterò, nei prossimi giorni, anche di Squisito! (anticipazione della trasmissione radiofonica di domenica 8 marzo per parlare insieme che a San Patrignano il cibo buono crea anime nuove), provando qualcuno degli ingredienti acquistati da Artigiani animati dalla medesima, bruciante passione!

Presto che è tardi. Perchè il tempo è una variabile inconstante
Ecco quindi questa sfoglia rapida di Michel Roux, che si prepara "con un incredibile risparmio di tempo e si alza bene (solo un quarto in meno di quella classica)". Maestro dixit.Ingredienti per la sfoglia..500 gr di farina 00, 500 g di burro bio freddissimo tagliato a cubetti, 1 cucchiaino di sale affumicato, 250 ml di acqua ghiacciata..e procedimentoNella planetaria mettere un po' di farina, il burro e il sale e la frusta a sfoglia. Far andare lentamente aggiungendo la farina in due, tre volte ottenendo un impasto grumoso. A questo punto aggiungere l'acqua un po' alla volta, facendola assorbire ma senza lavorare troppo l'impasto. Avvolgere la palla di pasta nella pellicola e mettere in frigo per 20 minuti.Nel piano di lavoro infarinato stendere la pasta in un rettangolo di 40 x 20 cm. Ripiegarlo in tre e girarlo di 90°. Stenderlo nuovamente in un rettangolo di analoghe dimensioni e ripiegarlo in tre. Questi sono i primi 2 giri. Avvolgere nuovamente il panetto nella pellicola e metterlo in frigorifero per 30'.Far fare altri 2 giri alla pasta fredda, come sopra riportato. Così siamo a 4 giri e la pasta sarà pronta. Avvolgerla con la pellicola e metterla in frigo per altri 30' prima di usarla.Nel frattempo mettere 750 gr di datterini nel forno ventilato a 130° per circa 2h30', stendete la sfoglia in uno stampo quadrato e cucinatelo in bianco a 180° per circa 30' o fino a doratura, sfornare e lasciar raffreddare, stendere sulla superficie tre cucchiai di pesto di pistacchi (pistacchi, olio evo leggero, magari del Garda o dei Colli Euganei e un po' di pecorino) e ricoprire il tutto con i pomodorini confit.

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