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Prevenzione dello stress lavoro correlato; il senso delle priorità

Creato il 09 settembre 2011 da Pps @ppsposato
Prevenzione dello stress lavoro correlato; il senso delle prioritàLa vita odierna è talmente frenetica che, chi ha uno scarso senso delle priorità, corre il rischio di rimanere sommerso dagli impegni e non distinguere più tra cosa è importante e cosa lo è meno; la famiglia, il lavoro, le relazioni sociali sembrano imporci responsabilità ed impegni inderogabili e tutti nello stesso momento. Bisogna rendersi conto che ci sono dei limiti, sia di natura fisica sia di natura psichica, che sarebbe meglio non superare. Un esempio per tutti; è recente il riconoscimento di una nuova patologia nei luoghi di lavoro definita “ stress lavoro correlato “, patologia che ha richiesto alle aziende la messa in atto di sistemi di prevenzione e che è stata inserita nella lista delle malattie professionali riconosciute dall’INAIL.
Sono i quadri e le posizioni di first line e middle management , in certi momenti di crisi aziendali, ad essere particolarmente esposti al richio di stress lavoro correlato. È facilmente comprensibile che il non possedere un adeguato senso delle priorità, porta l’individuo a condurre una vita talmente convulsa da impedirgli di distinguere tra azioni necessarie ed opzionali, tra opportunità importanti e secondarie, tra responsabilità inderogabili e rimandabili senza problemi. I professionisti del time management propongono, talvolta, un esercizio ideato da un consulente, di cui non si conosce il nome, molto esemplificativo sulla tematica delle scelte prioritarie. Vorrei riconoscere la paternità di questo esercizio, ma non avendo trovato alcun nominativo, posso solo sinceramente dichiarare che non è farina del mio sacco.
L’ideatore si presentò in aula portando un barattolo di vetro abbastanza capiente ed alcuni oggetti che nascose sotto il tavolo; iniziò lo show tirando fuori alcuni sassi che, con molto cura, posò dentro il recipiente, cercando di riempirlo. Si rivolse, a questo punto, all’uditorio e chiese se, secondo loro, il vaso era pieno; tutti, come era immaginabile, risposero di si. Il consulente, allora, scelse tra gli altri oggetti nascosti, un sacchetto di ghiaia e, lentamente la fece scivolare negli spazi rimasti vuoti tra un sasso e l’altro; ripeté la domanda e la classe che aveva capito rispose probabilmente no. La classe aveva ragione, poiché il consulente, da un sacchetto di carta, estrasse della sabbia che, nuovamente riuscì a far entrare nel vaso, nei pochi spazi ancora liberi. Ripeté la domanda e l’uditorio si disse convinto che c’era ancora spazio. Il professionista, infatti, prese un piccolo recipiente dal quale versò dell’acqua nel vaso, sino a quando questa traboccò; a questo punto si fermò e domandò: « quale morale si può trarre da questo esercizio? ».
Un partecipante si alzò e dichiarò di aver imparato che, per quanto fitta poteva apparire l’agenda di una persona, lavorando sodo e con intelligenza, si poteva trovare sempre il sistema per aggiungere qualche cosa. Il consulente scosse la testa ed affermò che la morale era molto diversa; se lui non avesse messo per prime le grosse pietre, non sarebbe riuscito a mettercele più. Quali sono le pietre della tua vita? Sono i tuoi cari, la tua salute, le cose che ami fare, la tua istruzione; ricordati di metterle prima nel vaso, perché se ti esaurisci con le piccole cose, la sabbia la ghiaia l’acqua, non riuscirai più a dare importanza alle cose prioritarie.
Mi aspetto, a questo punto che qualcuno, inizi a chiedersi se il suo muscolo/abilità – senso delle priorità – abbia bisogno o meno di essere tonificato. Non è molto difficile, in alcuni casi estremi, darsi una risposta, poiché la vita di queste persone è talmente incasinata, che solo un incosciente non può non accorgersi che dovrebbe cambiare comportamenti al più presto. La diagnosi è un poco più difficile nei casi in cui il muscolo non sia completamente inefficiente, ma abbia sicuramente bisogno di una buona riabilitazione. I segnali che depongono per la necessità di un deciso intervento sono numerosi:
  1. la persona è, di base, disorganizzata ed ha la tendenza a perdere tempo e risorse, spostandosi da un’attività all’altra senza particolari motivazioni;
  2. gli è difficile dire di no, per cui accumula impegni e responsabilità, ma, in pratica riesce a concentrarsi su una sola cosa per volta e ciò gli procura stress;
  3. non ha il senso del tempo, per cui si accorge solo all’ultimo momento di essere in ritardo e di non poter mantenere certi impegni. Ciò lo porta ad avere frequenti discussioni in famiglia, con amici e sul lavoro.
 È dunque necessario tonificare questa abilità, sottoponendola ad adeguati esercizi di rieducazione. Un classico esercizio, che si rivela molto utile per queste persone è definire i propri impegni in “ impegni importanti “ ed “ impegni urgenti “ e suddividerli, poi, in uno schema che contempla quattro combinazioni:
  • impegni molto importanti e molto urgenti;
  • impegni poco importanti e molto urgenti:
  • impegni molto importanti e poco urgenti;
  • impegni poco importanti e poco urgenti.
Non è possibile dare specifici suggerimenti al singolo individuo su cosa deve considerare importante e cosa urgente, poiché tutto dipende dal contesto in cui si applica l’esercizio; possono, però, essere fornite delle indicazioni di massima che permettono, se non altro, di capire come cominciare ad operare.
Urgente è un impegno che deve essere realizzato in un breve tempo stabilito. Importante è un impegno che, se portato a termine, produce sicuramente un risultato positivo.
Fatta questa distinzione, è poi possibile iniziare a collocare gli impegni nelle quattro diverse combinazioni, tenendo presente che:
  • gli impegni molto importanti e molto urgenti sono quelli determinati da situazioni di crisi sia a livello famigliare che sul lavoro;
  • gli impegni poco importanti ma molto urgenti sono quelli che riguardano le routine inderogabili, come accompagnare i figli a scuola, pagare una rata del mutuo, partecipare alla riunione in azienda, fare la dichiarazione dei redditi;
  • gli impegni molto importanti ma poco urgenti emergono dalla pianificazione delle attività sul lavoro, se del caso, di quelle famigliari. Si riferiscono a quelle attività per le quali si devono rispettare delle tabelle di marcia, per evitare che diventino problemi urgenti;
  • rientrano negli impegni poco importanti e poco urgenti tutti quelli che, se rimandati, non provocano danni, come telefonate, disbrigo della corrispondenza non di lavoro, attività di relazioni pubbliche ecc.
Mi sembra inutile sottolineare che questo esercizio non può essere fatto una sola volta all’anno, ma dovrà essere aggiornato con l’evolversi delle situazioni. È utile affiancare un altro esercizio a quello appena visto; aiuta molto coloro che hanno uno scarso senso delle priorità darsi degli obiettivi e preparare una coerente scaletta temporale. Definire gli obiettivi temporalmente facilita la separazione degli impegni in fondamentali, importanti e trascurabili.
Un’ultima raccomandazione; non farti influenzare da ciò che non ti piace e ciò che ti piace fare; se segui questo istinto sarai portato a fare subito le cose meno impegnative e ad accantonare le grane, nella speranza che si risolvano da sole. Questo sistema si risolverà in una crisi continua, perché tutte le cose importanti, prima o poi, diventeranno anche urgenti, mandandoti nel pallone e, probabilmente provocandoti uno stress lavoro correlato.
Kevin Roberts, CEO dell’agenzia di pubblicità Saatchi &Saatchi, intervistato da Raffaella Galvani di Panorama, alla domanda quali, secondo lui, sono da considerarsi i nuovi lussi, ha risposto: « Il vero grande lusso? Il tempo. Dobbiamo solo imparare ad usarlo meglio »
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