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Primarie centrosinistra. Le comiche finali di una tragicommedia all’italiana

Creato il 24 novembre 2012 da Coriintempesta

Primarie centrosinistra. Le comiche finali di una tragicommedia all’italiana

di: Michele Mendolicchio - [email protected] -

Siamo ormai alle comiche finali. Il gregge di centrosinistra si mobilita per decretare la vittoria di Bersani, mentre quello che resta del centrodestra si appresta ad assegnare la vittoria ai punti ad Alfano. Eppure la situazione dovrebbe invitare a ben altra reazione. Siamo di fronte a dei partiti sinistri-centro-destri che hanno sostenuto questo governo delle banche, pur fingendo di prendere le distanze o di voler superare l’agenda Monti.

E i risultati sono drammatici, con tutti gli indici economici in caduta libera. Se a Palazzo Chigi ci fosse ancora Berlusconi ci sarebbero i moti di piazza per cacciarlo. E a Bersani, Vendola, Bindi, Fini, Casini, Franceschini il compito di sparare bordate contro il Cavaliere che stava portando il Paese verso il baratro.

Invece nel baratro ci siamo finiti proprio con Monti, l’uomo che secondo questi discepoli della verità ci avrebbe dovuto portare fuori dalle secche. Passato un anno dal suo insediamento, voluto da Napolitano su mandato della Bce e dell’Ue, ci ritroviamo a dover fare i conti con un’Italia in caduta libera e a disposizione dei grandi interessi internazionali. Precarietà, sfruttamento, retribuzioni da schiavi, povertà visibile per le nostre città, laureati presi dalla disperazione… E il popolo che fa? Fa come il gregge, mettendosi in fila per le primarie. Ma pensate davvero che Bersani possa governare? O che lo possa fare Alfano o Berlusconi?

O se volete Casini? E per fare cosa? Ma davvero pensate che Vendola possa uscire dalla semina montiana? Il giorno dopo arriverebbe subito la letterina della Bce, dell’Ue o quella della City e di Wall Street o quella di Obama.

E Vendola magari non troverebbe di meglio che rievocare la narrazione del salvataggio dell’Italia cui l’orribile governo Berlusconi ci stava portando. Con questo stratagemma lui e tutta la dirigenza centrosinistra riuscirebbero a infinocchiare ancora un volta gli italiani. O meglio metà degli italiani. Per fortuna una buona metà si è svegliata dal torpore e dall’incantesimo di queste sirene di Palazzo, come il voto in Sicilia fa ben sperare. A questo punto però non basta astenersi, meglio indirizzarsi su un movimento che quantomeno si dissocia da queste politiche ammazza società. Ci riferiamo ovviamente al M5S che almeno sulla questione della sovranità ha le idee chiare: ovvero l’uscita dall’euro. Solo restituendo il potere politico, economico e decisionale al Parlamento si può tornare a sperare in un’Italia migliore. Al momento siamo solo un bancomat al servizio degli interessi internazionali. E naturalmente dei sinistro-centro-destri. Al popolo  gregge, per fortuna solo una metà, viene dato il contentino delle primarie. Che sia una festa di democrazia questo è un pensiero che lasciamo tutto a Bersani, a Vendola, a Renzi, alla Puppato e a Tabacci. Si decide in pratica chi sarà il prossimo cameriere di centrosinistra. Poi tra qualche giorno si deciderà anche sul cameriere di centrodestra. E mentre una metà delle madri maledice Bersani e Berlusconi per la mancanza di lavoro per i propri figli o per la busta paga magra dei loro mariti, l’altra metà partecipa alla festa delle primarie pensando così di voltare pagina. Ma la pagina non si volta affatto.

Perché con le primarie non si decide proprio nulla, se non il nome del prossimo cameriere. Sarà Bersani? Sarà Renzi? Sarà Vendola?

Poco importa. Lo stesso discorso vale per il centrodestra. Non è che scegliendo Alfano o resuscitando Berlusconi si possa tornare a guardare con fiducia al presente e al futuro. Chiunque vinca non potrà certo restituire quella sovranità di cui il Paese ha estremo bisogno. Patetica quindi appare questa sceneggiata delle primarie. Fanno credere lucciole per lanterne. Invece resteremo ancora a lungo al buio qualora non si dovesse cambiare. E cambiare vuole dire mandare tutti a casa, da Bersani a Renzi, da Vendola a Casini, da Fini a Berlusconi, da Alfano alla Bindi. Perché solo con un atto del genere si può tornare alla nostra sovranità, alla nostra lira e alla speranza di restituire diritti ai cittadini.

FONTE: Rinascita.eu


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