Cominciano a essere pubblicate online le prime impressioni su Professione Antropologo. Mi fa molto piacere, soprattutto considerando che siamo nel pieno del periodo estivo e in genere si dedica tempo a ben altro!
E’ un testo di cui sono orgoglioso e che mi ha impiegato per più di due anni in ricerche, contatti con altri antropologi e raccolta di documenti. Un periodo in cui ho dato ordine alle idee, alle esigenze espresse dagli Antropini della Comunità di Anthropos e ai frutti nati con Antrocom Onlus.
Non esagero dicendo che nello scrivere ci ho messo anima, volevo che fosse un libro che servisse veramente. E per questo ci tengo che i lettori lo commentino, in positivo come in negativo.
I primi commenti che ho letto sottolineano soprattutto il significato del libro, che dunque credo centri il bersaglio con i suoi argomenti. Il lavoro dell’antropologo è sempre più spesso al centro di dibattiti, che non riescono però a emergere in concreto. Spero con questo libro di dare una spinta in avanti, per quanto possibile, e che il lavoro dell’antropologo possa avere sempre più spazio.
Da questo punto di vista mi ha colpito il post di Davide Stocchero pubblicato sul blog di Antrocom Onlus Veneto. Ha condensato il testo in sette punti, e non a caso il titolo del post è L’eptalogo Dell’antropologo Professionista. I sette punti sono:
- Meglio cominciare presto a pensare in ottica “professionale”
- Guardare all’estero
- Avere una conoscenza ampia del proprio ambito disciplinare
- Raccogliere informazioni inerenti le applicazioni dell’antropologia
- Cominciare a farsi un’idea di quella precaria forma di vita che è il “consulente freelance”
- Pensare antropologicamente, cioè in maniera olistica e interdisciplinare
- L’attività professionale contempla una profonda riflessione etica
Vi sono poi altri commenti in rete. Riporto l’intero testo per semplicità (il grassetto è mio). Su Ciao, Australopitecus dice:
Mi appassiona molto l’antropologia e soprattutto la paleoantropologia, visto che capire la storia dell’evoluzione umana vuol dire capire chi siamo oggi. Non di rado quindi entro in libreria a vedere se ci sono nuove uscite, e ho trovato in un angolino questo testo (c’era una copia sola), che in principio pensavo fosse un trattato come altri. Invece scorrendo l’indice mi sono accorto che gli argomenti non li avevo mai letti in altri testi. Sì, ne avevo parlato con qualche antropologo “vero”, ma libri che parlassero del rapporto tra antropologia fisica e culturale, della storia dell’antropologia e del suo ruolo nella nascita dello stato italiano, di come sono organizzate le facoltà di antropologia in altre nazioni (europee e non) e di quali sono le applicazioni pratiche dell’antropologia fisica non ne avevo ancora incontrati. Ammetto che sono stato a leggiucchiarlo per una decina di minuti buoni. Alla fine mi sentivo quasi in colpa, era un libro interessante e non mi andava di “sbafare”. Così me lo sono comprato. 18 euro non sono pochi, ma ne è valsa la pena visto le informazioni che conteneva il libro. A casa sono andato anche a vedere il sito dell’autore e quello dell’associazione di cui è fondatore, e ho capito che l’antropologia può veramente essere utile per la società con le sue applicazioni pratiche. Credo che l’autore si sia formato soprattutto all’estero, non mi sembra che il taglio del libro sia molto “italiano”. Alcuni esempi che sono riportati nel libro fanno pensare in positivo, dubito però che possano essere introdotti in Italia. Ma vedendo i lavori già svolti dalla sua associazione, sono speranzoso e mi fanno guardare all’antropologia in modo non dico nuovo, ma sicuramente diverso. In conclusione un libro che va letto da tutti gli appassionati di antropologia, perché di libri simili non se ne trovano in giro.
Su IBS, Maurizio scrive:
Conosco l’attività dell’associazione di cui l’Autore del libro è presidente così sono andato ad acquistare il libro sapendo più o meno cosa potevo aspettarmi. Il mio pensiero è stato confermato e per alcuni versi mi ha anche sorpreso in positivo. Il libro scorre ed è ricco di informazioni, soprattutto di informazioni pratiche per gli studenti di antropologia (sto per iniziare il biennio di magistrale). Certe cose non vengono dette a lezione, e per non trovarsi impreparati dopo la laurea sarebbe bene invece essere a conoscenza di come possiamo cavarcela fuori dall’università. Magari alcune parti del libro potevano essere accorciate (come il capitolo sulla storia dell’antropologia, anche se interessantissimo), altre potevano essere ampliate (come il capitolo sulla situazione dell’antropologia all’estero, visto che come tanti sto pensando di emigrare). Però è molto utile, e ne consiglio la lettura, soprattutto agli studenti come me.
Su BOL un anonimo visitatore ha scritto:
Libro interessante, non pensavo che un antropologo potesse lavorare in così tanti ambiti. Nel libro ci sono tanti esempi, è utile per farsi un’idea di un lavoro di cui si sente parlare poco. Ma è una lettura utile in generale, ci sono consigli su come fare una tesi di laurea e come promuoversi come professionisti.
Se avete letto il libro, cosa ne pensate? Condividete la vostra opinione, è importante per me e soprattutto per tanti altri lettori!