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Primo maggio duemilaundici: Matteo

Creato il 02 maggio 2011 da Alesan
Primo maggio duemilaundici: MatteoHo avuto il piacere, e la fortuna, di conoscere svariati ragazzi toscani nella mia vita. Donne e uomini di terre e province differenti, di quella regione che, in un modo o nell'altro, non riesci a non considerare la più bella e vivibile, al netto di tutte le spese, del nostro Belpaese. La peculiarità è che, forti di un tormentato campanilismo, tutti i toscani amano poco i fiorentini, rei, come capita in altre regioni, di erigersi sopra la toscanità tutta come unici portatori sani del verbo. La culla della civiltà, la lingua, l'arte, quel piccolo gioiello storico infilato nel cuore della città e, a sua volta, infilato nel mezzo di questo malandato paese chiamato Italia. La Toscana, Firenze, ci hanno dato un sacco di comici negli anni, roba da ridere davvero di gusto, ci hanno ambientato commedie che hanno fatto la storia, hanno partorito i Beningi, i Muti, i Benvenuti e altri che magari facevano meno ridere. Solo che io ero convinto che Matteo Renzi non fosse uno di quelli ma che di mestiere facesse il sindaco. E che per questo fosse pagato anche in modo più che dignitoso.
Invece, il rottamatore, il giovane che avanza, si fa riconoscere perché schierato "senza se e senza ma" con Marchionne, assolutamente disinteressato ai diritti e alle possibilità democratiche negate a chi lavora. Sta con Sergio, lui, manco ci prova a capire la situazione, fa il cislino e finita lì. Come una escort qualunque incontra il Premier in via ufficiale in sede ufficiosa, recandosi a casa del suddetto e beandosi anche di averlo fatto. Dallo stesso capo dei ministri viene considerato come ottimo politico, diverso dai soliti parrucconi della sinistra, talmente moderno e progressista che... gli somiglia pure!
Poi arriva il Primo maggio ed il buon Matteo, sempre fregandosene di chi lavora, spinge perché i proprietari dei negozi tengano aperto ma non per metterci del loro, no, ma perché siano i dipendenti a far bottino. Forse ci resta pure male che qualcuno, nelle organizzazioni dei lavoratori, non gli renda il favore del tifo a Mirafiori. Detto ciò, non contento, invece di invitare tutti ad una riflessione sul Primo maggio, a cercare unità civile e sindacale, a rimarcare il senso e la storia di questo giorno, il suo significato, invece di preoccuparsi perché manifestazione poco frequentata e, quindi, poco sentita da un popolo ormai lontanissimo da valori e idee che non siano inculcate dal vangelo, ci ride su. Fa sarcasmo, lui che tanto somiglia  a quell'altro. E si vede. Com'è triste il nostro Primo maggio rappresentato da politicanti di questo basso spessore. Com'è caduta in basso la comicità toscana, quella fiorentina, finita nelle mani di uno che non riempirebbe i teatri nemmeno pagando. Quindi si fa votare sfruttando quei simboli che ancora aiutano a vincere per poi sputargli sopra.
Forse hanno ragione i miei amici toscani e, a Firenze, qualcosa non quadra. O, forse, Matteo non assomiglia a niente di quello che noi vorremmo per questo paese. Ma assomiglia a lui, e questo basta per rimanere in sella in questo paese. Del resto, come vediamo in foto, sono state le di Lui televisioni a lanciarlo.

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