Screenshot da La 7.
Dopo le linee programmatiche di Matteo Renzi, i punti principali del programma di Cuperlo. Da molti considerato il candidato “dell’apparato”, Gianni Cuperlo, a sentire lui, non si sarebbe nemmeno candidato. Più volte si è dichiarato possibilista su una sua candidatura “per senso di responsabilità” ed era stato fatto il suo nome come segretario di transizione per traghettare il Pd dalle dimissioni di Bersani fino al congresso di dicembre, ruolo per cui è stato scelto però Guglielmo Epifani. Il programma di Cuperlo è, per certi versi, l‘antitesi di quello di Renzi. Anziché una strategia puntata sull’autosufficienza, della quale Cuperlo denuncia i limiti, il suo Pd dev’essere fondato su una “sana democrazia dell’alternanza” ed essere interlocutore di tutte le forze sociali, con u ruolo preminente verso il sindacato. Termini e parole forti nel vocabolario della sinistra, a cominciare da quello di “rivoluzione”, una rivoluzione della dignità, come la chiama Cuperlo e il recupero di un’autonomia culturale che rischia di perdersi nelle derive populiste o elettorali. La mission del Pd è quella di costituire il termine principale per il cantiere di un nuovo centrosinistra. Anche qui la visione principale resta sempre l’Europa, a cui si chiede un necessario superamento delle politiche di austerità. Per l’Italia le cose da fare sono molte: lottare contro le disuguaglianze, la povertà e l’esclusione sociale e allo stesso tempo affrontare le rendite e i corporativismi per intercettare le domande dei settori più dinamici della società. Poi nel programma di Cuperlo arrivano anche temi cari alla sinistra: contrasto alla disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile e lotta senza quartiere all’evasione fiscale. Una riflessione anche sulla spesa pubblica, che non va ridotta, ma riqualificata. Al netto degli interessi è già sensibilmente inferiore, in termini pro capite, a quella di Germania, Francia e Regno Unito, particolarmente in comparti come l’istruzione, la sanità, la ricerca, le politiche sociali. Il vero problema della spesa pubblica italiana non è la sua entità, ma la sua profonda inefficienza e la sua distribuzione. E ancora, investimenti sulla pubblica istruzione promozione degli investimenti in Italia con un rinnovato vigore nel ruolo dello Stato nell’economia nazionale. Viene trattato anche il tema dell’amnistia e dell’indulto, che possono essere presi in considerazione, ma solo dopo le adeguate riforme strutturali di cui il nostro sistema giudiziario e carcerario ha bisogno. Non manca poi, nel programma di Cuperlo, l‘attenzione al Pd, al quale viene riservata l’ultima parte della mozione, con una serie di punti fermi per rilanciare il partito, come l’investimento di risorse nei circoli, l’eliminazione dei doppi e tripli incarichi, il rilancio dell’importanza e dei privilegi dei tesserati e la deviazione di risorse verso i circoli.