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Psiconews: italiani, popolo di lavoratori tecnostressati

Da Studiopsicologiatorino @StudioPsyTorino
Immagine Sono quasi 2 milioni i lavoratori colpiti in Italia da "tecnostress": insonnia, ansia, panico, mal di testa, mal di stomaco, pressione alta e problemi di memoria sono alcuni dei sintomi.
Ne parla  Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza Onlus,  nel suo lavoro 'Prevenzione tecnostress in azienda e sicurezza sul lavoro'.
Le categorie più a rischio sono:
  • networker (solitamente consulenti che usano almento 3 dispositivi mobili connessi per lavoro);
  • lavoratori Ict (Information and Communication Technology)
  • operatori di call center;
  • commercialisti;
  • giornalisti;
  • pubblicitari;
  • analisti finanziari.

Nella ricerca viene sottolineato come il fenomeno sia in aumento tra i commercialisti, categoria per cui il livello di stress cresce in concomitanza con nuove normative e l'incremento di software e applicazioni per la gestione dei carichi di lavoro.
Troppa tecnologia risente anche sui pubblicitari, spesso costantemente connessi con tablet e smartphone: se da un lato può aumentare la produttività, dall'altro rischia di condurre ad assuefazione, non essendoci mai un reale momento di pausa dall'attività lavorativa. Questo accade anche durante le ferie, ed è il motivo per cui i dati della ricerca sono stati presentati in luglio.
Come si può prevenire il fenomeno? Innanzitutto, formando i lavoratori sui possibili rischi. Altri spunti sono dati dalla bioarchitettura (per progettare ambienti di lavoro "rilassanti") e da tecniche di rilassamento.
Da segnalare anche la proposta di  "pausa digitale" obbligatoria, ideata da  Orazio Carabini, vicedirettore del settimanale 'L'Espresso'.


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