Una nuova giornata di passione per la borsa italiana, quella di oggi, Lunedì18 Luglio 2011, ma se Milano ha perduto ancora oltre il 3% di capitalizzazione è questa volta stata accompagnata nella discesa da tutte le consorelle europee e dalla collega americana che adesso, alle ore 20:16 è in calo di circa lo 1% ha causa dell'incertezza sulla decisione di alzare il tetto del deficit pubblico statunitense, che deve essere presa entro il giorno 2 del mese prossimo, pena il default della superpotenza americana.
Inutile aggiungere che anche lo spread tra il btp italiano e il bund tedesco è continuato a salire, indicando la volontà di premere sullo Stato Italiano affinché prenda misure diverse da quelle contenute dalla manovra finanziaria e più desiderate dal mondo della finanza internazionale, o meglio ancora dimettersi e lasciare il campo al famoso governo tecnico, quello si capace di esaudire in poco tempo i desiderata dei veri poteri forti del pianeta, quelli del più volte citato club del Britannia, tanto per dargli un nome.
Non è certo un caso che ormai da giorni la necessità del governo tecnico viene propagandata da gionali e giornalisti, politici ed opinionisti come ineluttabile. Una regia ben congegniata tende a far credere agli italiani che non si può ormai evitare quello che ancora una volta sarebbe per loro la peggior soluzione possibile, perché basterebbe un semplice esercizio di memoria per ricordare come i governi tecnici si siano sempre distinti solo per la loro abilità nel creare nuove tasse e nello svendere pezzi del patrimoni dello Stato a chi di dovere.
Vero è che la pure la recente manovra dell'attuale governo ha lasciato molto a desiderare, ma ha almeno salvato le grandi imprese nazionali a partecipazione statali che sono ormai le sole a produrre ricchezza e lavoro, come Enel, Eni, Finmeccanica, Terna, poste italiane ed altre e non un caso pure la raccomandazione di alcune figure di noti personaggi legati alle grandi banche internazionali non abbiano nei giorni passati raccomandato il governo di procedere ad una politica di "liberalizzazione", ovvero alla vendita delle aziende nominate.
Il governo, che nei giorni passati era apparso assente, debole e indeciso a tutto, attaccato da ogni parte a causa di una finanziaria chiaramente dettata dall'esterno e dalle manovre demagogiche di chi soffia sull'antipolitica, a causa dell'assenza di tagli delle spese alla classe dirigente, come il solito furbissimo Antonio Di Pietro, sembre abile a sfruttare simili momenti di furore popolare, o perfino di un Gianfranco Fini, che sembrava scomparso dopo lo scandalo della casa di Montecarlo ed invece improvvisamente riapparso per promettere agli italiani la riduzione delle spese di funzionamento della camera dei deputati per circa 90 milioni, dimenticando che solo qualche giorno fa aveva approvato un piano di nuove spese da 400 milioni.
Ma che il presidente della camera indulga a prendere per i fondelli il prossimo ce ne eravamo accorti da tempo.
Nel pomeriggio però il governo ha finalmente dato un segno di vita. Tutti i media hanno infatti pubblicato un'agenzia di stampa che annuncia la prossima presentazione da parte del ministro RobertoCalderoli di un decreto legislativo con il quale verrà proposto al parlamento il dimezzamento del numero dei parlamentari, la soppressione delle circoscrizioni all'estero e altre modifiche da effettuare entro i prossimi 15 mesi.
In fondo era quello che chiesi al governo ormai qualche settimana or sono, prima che la speculazione internazionale si abbattesse sul nostro paese. Ora naturalmente tutti ci domandiamo se quella di Calderoli sia l'ennesima boutade oppure una proposta seria, ma questo soltanto il tempo potrà dircelo.
Come il dibattito in aula sulle proposte del governo ci dirà finalmente chi è che vuole veramente rifomare lo Stato e renderlo più efficiente e chi lo fa solo a parole, difendendo nei fatti soltanto i propri privilegi.Che far passare un simile provvedimento sarà tuttaltro che facile lo dicono le prime reazioni venute da i tradizionali partiti istituzione: il Pd, per bocca del segretario Bersani, e lo Udc, con quella del'On Libè, che appaiono già i primi tentativi di buttarla in caciara, come dicono a Bolzano.Cari deputati e senatori, i tagli alla poltica devono essere fatti subito e bene, non pensiate di poterli destinare alle calende greche, perché stavolta i cittidani non ve lo perdoneranno.Cercate piuttosto di integrare le proposte del governo ed arrivare anche a sopprimere le provincie, le comunità montane, gli enti inutili, i vitalizi e tutti i benefit ingiustamente percepiti, oltre che a dimezzare le retribuzioni di tutti coloro che vivono di politica.
Intanto due procure della repubblica, quella di Roma e quella di Trani hanno aperto un'inchiesta sulle operazioni borsistiche dei giorni passati e sulle azioni delle agenzie di rating. Sarà difficile dimostrare che dietro i giudizi delle agenzie c'è la volontà di manipolare il mercato per trarne un ingiusto vantaggio, ma certo che è impossibile non notare le differenti posizioni prese nei confronti dei vari stati. Come si può non domandarsi perché Moody's si è accanita contro l'italia e le aziende italiani nel modo che abbiamo visto nei giorni passati, mentre mantiene un atteggiamento sempre molto accondiscendente verso altri paesi, soprattutto verso gli Stati Uniti, per il quale al massimo prevede di abbassare il rating da AAA, il più alto possibile, a AAA-,appena un gradino più basso, pur in caso di default e addirittura a suggerire di eliminare la legge che obbliga a fissare un tetto per il deficit pubblico pur di evitarlo? ma qula'è il vero motivo di esistenza di queste agenzie?
Forse le indagini delle procure non serviranno a nulla, ma intanto e bene che si metta almeno un po' di pressione su certi personaggi che ormai pensano di poter compiere qualsiasi azione senza doverne rispondere a nessuno.