Chi mi segue da tempo sa che l’Ipad ha rappresentato un grosso problema per mio figlio Carlo Alberto quando lui aveva poco più di 5 anni. Non sto a ripetervi le motivazioni che avevano portato a quella situazione e che potete leggere qui. A quel periodo molto brutto era seguito un mese in cui l’Ipad gli era stato completamente tolto. Dopo i primi due terribili giorni, erano seguiti giorni in cui in lui si era risvegliato interesse anche per altre attività ed il suo umore era notevolmente migliorato. Anche se la sua domanda fissa era: “mamma se continuo a comportarmi bene mi fai giocare di nuovo?”. Su consiglio di una persona competente, dopo un mese, ho iniziato di nuovo a permettergli di usarlo per giocare per non accrescere ancora di più in lui il “mito dell’Ipad”. Con il limite di giocare 40 minuti al giorno regolati da un timer da cucina.
Il peggio sembrava passato. Era rimasto il suo oggetto sicuramente più amato ed uno degli argomenti di conversazione preferiti però la situazione era abbastanza gestibile. Anche se nei periodi di vacanze scolastiche il problema tendeva a ripresentarsi perché tante di più erano le ore passate in casa e di conseguenza la tentazione di giocare più a lungo. Essendo poi la gestione dei miei due bimbi insieme piuttosto complicata per i problemi di gelosia del grande, spesso cedevo nel concedergli del tempo in più per avere un po’ di tregua e tranquillità. Puntualmente era poi difficile riportarlo a giocare meno quando iniziava di nuovo la scuola.
Mio malgrado, nel tempo l’Ipad ha rivestito un ruolo sempre più importante nella nostra routine quotidiana, non solo per il momento del gioco, ma diventando un alleato per me per far svolgere i compiti a mio figlio. Prima gli facevo fare la sua sessione di gioco quando tornava a casa da scuola alle 17 per farlo rilassare e staccare un po’, ma poi fargli fare i compiti era una lotta che finiva sempre con pianti e proteste sue e sfinimento mio. Allora ho deciso che avrebbe giocato con l’Ipad solo dopo aver fatto i compiti e, questo mi ha aiutato tantissimo ad evitare le continue scene di delirio. Se a volte capitava che appena arrivato io fossi impegnata a fare altro e non potessi dargli un’occhiata con i compiti, ed invertivamo quindi i momenti di Ipad e compiti, si finiva puntualmente alla solita tragedia. Sto sempre quindi ben attenta a che questo non accada mai.
Purtroppo però nel tempo l’Ipad ha assunto anche il ruolo di premio e castigo, cosa di cui sono sicuramente responsabile, ma essendo l’unica cosa che realmente importi a Carlo Alberto, l’averlo o meno è spesso l’unica condizione affinché lui si comporti bene.
Questo non mi piace perché mi sembra di attribuire ed avvalorare ancora di più l’importanza di questo dispositivo, ma purtroppo non ho trovato un metodo altrettanto funzionante per ottenere quello che voglio. Anche il sistema inglese dei premi che spesso mi è d’aiuto nella gestione di mio figlio, finisce per averlo come protagonista perché il piccolo premio di fine settimana, scelto da lui, è sempre un gadget o gioco in più da scaricare nell’Ipad. Inutile parlargli e dire che deve alternare un po’ i premi perché puntualmente mi promette che è l’ultima volta, per poi rifarlo ancora e ripetermi che è giusto che il premio lo decida lui.
Il mese scorso, durante la settimana di vacanza di fine trimestre in cui ha giocato di più, l’abbiamo visto di nuovo particolarmente accanito e la preoccupazione è tornata.
Nell’ultima settimana sono poi successi due episodi che mi hanno davvero infastidito.
Il primo, dovuto all’invito della madre del suo migliore amico alla festa della sorellina piccola, affinché il fratello avesse un po’ di compagnia. Prima di andare mio figlio mi ha pregato di portare con noi l’Ipad perché il suo amico gli aveva chiesto di vedere un gioco che non conosceva. Io sono assolutamente contraria a portare fuori casa l’Ipad e non avevo mai ceduto. L’ho fatto per la prima volta perché ci teneva particolarmente dato che questa con il compagno belga è la prima amicizia ”corrisposta” nella vita di mio figlio e stiamo cercando di farglielo frequentare anche fuori dalla scuola. Ho però detto che avrebbe potuto mostrarglielo solo verso la fine della festa e che prima si sarebbero divertiti come al solito. Premetto che le feste a casa di questa famiglia prevedono sempre bagno in piscina ed un enorme castello gonfiabile con scivoli lunghissimi, insomma un paradiso per i bimbi dove anche i miei si sono sempre divertiti tantissimo.
Invece, la presenza dentro alla mia borsa dell’Ipad, è stato il pensiero fisso di mio figlio e dell’amichetto per tutto il pomeriggio. Come avevo dichiarato, gliel’ho dato solo verso la fine, ma questo ha significato tanti momenti di contrasto e malumore con lui che mi hanno rovinato la giornata.
Sabato scorso, il secondo episodio, quando i genitori dell’amichetto ci hanno chiesto di andare insieme a mangiare una pizza. Era la prima volta e mio figlio era emozionatissimo e noi felici di vederlo così contento. Prima di uscire pero’ mi ha chiesto se potevamo prendere l’Ipad che di solito non mi chiede mai perché sa che con me la risposta è sempre negativa. Perché non sopporto di vedere i bambini ai tavoli dei ristoranti con gli occhi fissi sullo schermo che non parlano nemmeno fra loro. Sono rimasta nella mia posizione e, forse per la prima volta, si è lamentato pesantemente sbuffando ed affermando che si sarebbero sicuramente annoiati. Non ho ceduto e gli ho suggerito di prendere un po’ di giochini da tavola che abbiamo. Devo dire che è stato contento ed ha scelto giochi di carte e “Forza 4″.
Giusto il tempo di sedersi al tavolo del ristorante con gli amici che la mamma del compagno ha tirato fuori dalla borsa due Ipad, uno per ogni figlio. Non mi sono sentita di dire niente per la poca confidenza fra noi. La bimba ha visto filmini e giocato sola senza interagire con nessuno per tutta la durata della cena e, mio figlio e l’amico, hanno giocato parlando felici condividendo sedia ed Ipad in perfetta sintonia.
Eravamo in un ristorante in spiaggia a due passi dal mare e loro non sono scesi un solo minuto dalla sedia! Diego si è trovato quindi da solo senza poter interagire con gli altri tre bimbi e, nonostante avesse le sue adorate macchinine sempre sufficienti affinché si intrattenga per ore, ha iniziato a piangiucchiare che voleva l’Ipad anche lui. Dal momento che io non l’avevo e stranamente non riuscivo a tranquillizzarlo, l’altra mamma gli ha aperto un giochino sul suo smartphone e lui è stato felice di poter avere un gioco come gli altri.
Al ritorno della serata ero allucinata. Era successo altre volte che uscissimo a cena con altri bambini e capitasse che qualcuno avesse l’Ipad, ma io o un’altra mamma avevamo sempre chiesto che si usasse per un tempo limitato. Oltretutto il giorno dopo alla serata della pizza, Carlo Alberto era particolarmente intrattabile e continuava a gironzolare intorno all’Ipad anche dopo la fine del suo tempo. Ed ha proseguito per tutta la settimana.
Oggi, per questo, torno a riflettere su questo tema per me molto delicato. Come si fa a capire quando l’Ipad, da strumento istruttivo o di divertimento si sta trasformando in una vera e propria dipendenza?
Sì, anche di istruzione bisogna parlare perché sono innegabili anche i meriti che i tablet hanno. Questi i principali pregi che gli vengono riconosciuti:
- in un unico strumento si racchiudono le possibilità di vedere un filmato o un cartone, di giocare, di disegnare, di imparare a leggere, scrivere e tante altre cose attraverso le tante apps educative spesso gratuite che è possibile scaricare. Rende quindi superfluo acquistare videogiochi, computer e altri dispositivi tecnologici.
- vedere un cartone su internet tramite I.pad evita, rispetto alla TV, che il bambino venga sottoposto continuamente alla pubblicità.
- diversamente da altri mezzi, i genitori possono scegliere cosa far vedere al proprio figlio e quali giochi scaricare.
- si impara divertendosi. Il bambino è più stimolato ad apprendere invogliato da apps colorate, divertenti e sonore.
- accelera molto il processo di apprendimento. Un esperimento condotto in Etiopia in cui a bambini assolutamente analfabeti sono stati dati degli Ipad da utilizzare, ha evidenziato come, senza avere avuto nessuna nozione, questi abbiano imparato subito ad usarlo ed abbiano appreso a leggere ed una nuova lingua in tempi molto più rapidi del normale.- sempre a proposito di apprendimento, il suo uso si sta rivelando efficace con i bambini autistici. Navigando per la rete ho trovato questo articolo molto interessante scritto da una madre di bimbo autistico dove consiglia le applicazioni che più sono state utili a suo figlio per sviluppare comunicazione, apprendimento ed espressione.
- è utile ai più grandicelli per raggiungere qualsiasi tipo di informazione per le ricerche scolastiche andando a sostituire quella che era per noi la vecchia enciclopedia.
- nella sua funzione di e.Reader sostituisce i libri con in più il grande vantaggio per i bimbi che, spesso, i racconti sono interattivi e quindi più interessanti e stimolanti.
Questi i lati positivi, a breve il prossimo post in cui invece vedremo i lati negativi dell’uso dell’Ipad e come salvaguardare al meglio i nostri bimbi.