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Quando i tiranni si divertono

Creato il 24 maggio 2013 da Dragor

  Antoinette 2

 

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 Antoinette Sassu Nguesso

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  SULLA CÔTE D’AZUR ci siamo abituati. Vengono dall’Arabia Saudita, da Dubai o dal Qatar, si tolgono il thwab, la keffiah e perfino la barba (molti la portano finta), si vestono all’occidentale con capi griffati e fanno tutto quello che al loro paese proibiscono sotto pena di fustigazione o di lapidazione: bevono alcool, mangiano porco, vanno a puttane, giocano d’azzardo, si scatenano in discoteca. Poi si rimettono il thwab, la keffiah, la barba e tornano nei loro paese a tormentare i cittadini con il corano, la sharia, gli hadith e tutte le scemenze inventate dalla religione per rompere le scatole al prossimo. Ovviamente in Francia si sentono i padroni. Qualche giorno fa a Cannes un principe saudita ubriaco al volante di una Ferrari ha spianato alle 6 del mattino un pensionato che portava a spasso il cane. Le sue guardie del corpo, che lo seguivano con un’altra macchina, hanno subito fatto quadrato intorno al luogo dell’incidente, impedendo ai gendarmi di avvicinarsi. Hanno fatto salire il principe ubriaco sulla macchina di scorta e lo hanno ricoverato in albergo per sottrarlo alla giustizia. Ci mancava soltanto che la cosa si risapesse in Arabia Saudita. Che cos’avrebbe detto la gente?

   DENIS SASSU NGUESSO è uno dei tiranni africani che detesto di più, forse perché ho la TV del Congo-Brazzaville e posso ascoltare i suoi discorsi prolissi quanto insipienti, vedere i sontuosi ricevimenti durante il quale gli ospiti in tenuta da sera fanno ore di fila per stringergli la mano e guadagnarsi un sorriso di quella trippona di sua moglie. In quel povero paese soltanto i vecchi si ricordano di un Congo senza Sassu Nguesso, visto che il tiranno è al potere dal 1979 e non accenna a mollare. Quando non sta in Congo a blaterare che è la mamma di tutti i congolesi, la versione extralarge di Evita che cosa fa? Va sulla Côte d’Azur a festeggiare le sue 70 primavere tirandosi dietro una corte composta da non meno di 150 compatrioti. Arrivata a Parigi, la delegazione si è offerta una giornata di relax nella capitale prima di partire per Nizza. Là tutta l’afrocompagnia è salita a bordo di uno yacht per trasferirsi a St.Tropez. Antoinette si è stabilita con una parte della tribù all’Hôtel de Paris, un 5 stelle all’entrata di St. Tropez, mentre il resto della brigata si è trasferito in un altro 5 stelle a Gassin, l’hôtel Kube.

   A QUESTO PUNTO, que la fête commence! Numerosi congolesi hanno passato una parte della serata nella prestigiosa discoteca Les Caves du Roy, ovviamente a un tavolo VIP. La sera seguente Antoinette ha invitato tutti quanti al ristorante «Les Moulins » di Ramatuelle per la festa di compleanno che si è protratta fino alla una di notte,quando una parte della compagnia è tornata a Les Caves du Roy per fare baldoria fino all’alba. Il giorno seguente, giornata dedicata allo shopping. I tropeziani calcolano che l’afrodelegazione, Antoinette in testa, abbia speso per qualche capo di vestiario 750.000 euro, ovviamente da aggiungersi al milione speso per il viaggio, l’alloggio e il noleggio delle Rolls Royce con le quali i congolesi si sono fatti immortalare davanti alla Gendarmerie resa famosa da Louis de Funès con “Il Gendarme di St Tropez”. Queste somme astronomiche sono a carico dello Stato come «spese di missione» mentre nelle campagne congolesi si vede questo :

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Enfant congolais 2

 

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   CREDETE che i numerosi giornalisti congolesi al seguito della delegazione abbiano pubblicato sulla Depêche de Brazzaville un articolo tipo “guardate che cosa fanno quei porci sulla Côte d’Azur mentre voi crepate di fame e nel migliore dei casi sgobbate per meno di 1 dollaro al giorno. Che cos’aspettate a linciarli?» Nemmeno per sogno, i leccapiedi prezzolati hanno scritto: «La nostra amata Mama Antoinette ha festeggiato i suoi 70 anni con una festicciola in famiglia. Lunga vita a Mama Antoinette!»

Dragor


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