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Quanto durerà il governo Monti?

Creato il 17 dicembre 2011 da Dagored
Quanto durerà il governo Monti?
Si dice per niente disperato, il primo ministro Mario Monti, rispondendo alle valutazioni di Silvio Berlusconi, che lo aveva dato in difficoltà di fronte alla difficile missione di contemperare le necessarie severe scelte di tagli finanziari e aggravio di tributi e tasse varie con le esigenze elettorali dei partiti, dei sindacati e delle lobby che in parlamento sono più che ben rappresentate.
Si dice dunque tranquillo e sereno, il presidente Monti, eppure non sembrano veramente esserlo ne lui nel i suoi ministri, a giudicare da quello che poi confidano ai cronisti, che riportano invece i timori di forti ostacoli futuri sulla strada del nuovo governo.
Che la situazione sia tutt'altro che pacifica lo dimostrano pure le esternazioni dei leader dei partiti, perché se Berlusconi pare abbia già indicato nel prossimo Maggio il termine delle elezioni anticipate, Pierluigi Bersani trova sempre più difficoltà a far accettare le decisioni del governo Monti ai propri elettori e anche lui pare intenzionato a tornare alle urne al più presto, prima che il vantaggio che gli aveva donato l'evolvere della crisi si eroda proprio a causa del suo sostegno ad un governo che in poco tempo si è giocato tutta la fiducia che gli italiani gli avevano concesso e soprattutto prima che comincino ad manifestarsi gli effetti della manovra finanziaria approvata dalla camera.
Quanto durerà il governo Monti?
Cosa succederà nelle case degli italiani quando cominceranno ad arrivare le bollette del gas e dell'elettricità aumentate dal 2,7% al 4,8%? senza contare l'Imu, la nuova imposta sulla casa, e tutto il resto che andrà a sommarsi all'aumento del costo della benzina e del gasolio.
Credo che tutti i leader dei partiti sono coscienti che appoggiare il governo dei tecnici diventerà presto un vero suicidio elettorale e per questo staranno già oliando le macchine elettorali dei loro partiti.
Soltanto il cosiddetto terzo polo, ovvero Casini, Fini e Rutelli, sembrano sostenere ancora con convinzione il professore chiamato al governo da loro stessi, oltre naturalmente a colui che ha di fatto guidato l'operazione: sua maestà Giorgio I, che con la consueta eleganza e sobrietà ha ieri definito la manovra approvata dal primo ramo del parlamento "un importante passo avanti", senza però specificare in quale direzione.
I sindacati sembrano avere però pochi dubbi che la direzione imboccata porti al disastro, soprattutto per i ceti meno abbienti chiamati da sua maestà Giorgio al sacrificio per il bene dei ricchi. Finalmente risvegliatesi dal torpore che li ha colti dopo la nomina di Monti a premier Bonanni della Cisl e Camusso della Cgil hanno chiaramente dichiarato che la manovra non gli piace perché "squilibrata e recessiva", una conclusione alla quale sono arrivati ormai tutti, anche i meno avveduti.
Non ci sono arrivati solo i giornalisti del gruppo L'Espresso-Repubblica, che molto sobriamente appoggiano incondizionatamente il governo di Bocconiani. Qualcuno potrebbe pensare che c'entri qualcosa la faccenda delle aste delle nuove frequenze televisive, dalla quale dicono che si potrebbero ricavare 16 miliardi di euro (staremo a vedere) e per le quali sembra molto interessato l'editore del gruppo, l'ingegner Carlo Debenedetti:  non per questo si può dire che i giornalisti di la Repubblica e de l'Espresso sono dei servi, ma magari un po' aziendalisti si e del resto come non si può guardare con favore agli interessi dell'azienda che ti paga lo stipendio?
Quanto durerà il governo Monti?
Molta enfasi continua ad essere posta sulla confermata esenzione dall'ici per gli immobili della chiesa cattolica , senza però mai far notare che sono tanti gli enti che la stessa legislazione esenta dal tributo. A mandare però il messaggio giusto è proprio il Cardinale Bagnasco, che nell'intervista rilasciata al corriere fa chiaramente intendere che se dovrà pagare la chiesa dovranno pagare tutti: partiti, sindacati, fondazioni, associazioni, onlus etc. etc. Facile dunque pensare che tutto rimarrà così com'è.
nessuno sembra però più ricordarsi del trattamento di favore fatto dal governo alle banche sul loro patrimonio immobiliare, per i quali sono previste rivalutazioni catastali del 20%, mentre per i normali cittadini saranno in media del 60%. Un ennesimo trattamento privilegiato che non dovrebbe essere molto ben acceto da quel ceto meno abbiente chiamato a sostenere la maggior parte del peso della crisi.
Proprio l'evidente iniquità della manovra in corso e l'inevitabile crescita del malcontento popolare, che non può non essere avvertita, non può che staccare il Partito Democratico dal governo dei tecnici, a meno che Pierluigi bersani e i suoi collaboratori non vogliano dimostrare con i fatti che la sinistra vuole così bene ai poveri che ne vuole fare sempre di più.

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