Magazine Diario personale

Quel 23 maggio di vent’anni fa

Creato il 23 maggio 2012 da Cristiana

Avevo 16 anni e quel giorno mi innamoravo per la prima volta furiosamente di una donna, una mia compagna di scuola.

Una bomba emotiva sotto pelle, terribile consapevolezza nella sua apparente impossibilita’. Un mostro da guardare allo specchio.

La morte di Falcone detono’ come una catastrofe sulla nostra adolescenza. E ancora non sapevamo che ci sarebbe stato anche il 19 luglio, anche Borsellino.

Ed anche le parole di Caponnetto:”e’ tutto finito.”

E poi…quella primavera palermitana meravigliosa che ricordo bene, benissimo.

Ho da qualche parte una piccola montagna di foto scattata quell’estate in giro per Palermo coi parenti perplessi nel vedermi infilare ovunque in citta’ e che mi appioppavano un cugino alle calcagna perche’ non mi accadesse nulla.

Eppure in quel girovagare non c’e’ stato mai un momento in cui ho sentito pericolo, mai. Ricordo di avere accarezzato angoli impervi, macerie di bombardamenti, sorrisi sdentati nella penombra delle porte sulla strada, sapori di mare sovrapposti sui piatti della Vucciria, e l’odore di fritto di una piccola bottega, una coppia di anziani dentro questa caverna sepolta dentro una citta’ e che oggi non c’e’ più.
L’asfalto liscio su cui pattina un’intera citta’, scorre la vita come se tutto il mondo fosse Palermo.
Palermo non la conosce nessuno, nemmeno i palermitani.

E’ un ventre oscuro da cui si nasce, dentro cui si muore, da cui si fugge senza ritorno. Come ventre era quella maledetta autostrada quel pomeriggio. Un ventre cannibale che si divoro’ un figlio amato ed odiato al contempo.

Avevevamo solo 16 anni.


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