Un tempo un viaggio in Unione Sovietica era quasi una tappa obbligata per un membro del Partito Comunista Italiano che volesse aspirare a cariche politiche. Ora il Muro di Berlino è crollato, l’Unione Sovietica ed il Pci non esistono più ma la “Grande Madre Russia” è ancora un modello per tanti: non più per vecchi compagni nostalgici ma principalmente per cattolici tradizionalisti che plaudono alle politiche del “fratello Vladimiro” su aborto, omosessuali ed insegnamento della religione.
In prima linea ad apprezzare l’operato del presidente Russo è l’organo di Comunione e liberazione, Tempi. “Putin vieta di pubblicizzare l’aborto in Russia” così si titola in un articolo firmato da Leone Grotti in cui si sottolinea che «aumentare il tasso di natalità della popolazione è da 14 anni una delle priorità di Putin, che d’accordo con la Chiesa ortodossa russa sta cercando di limitare le interruzioni di gravidanza in Russia». Un provvedimento di cui ha dato notizia anche il Sussidiario.net.
La Russia di Putin sarebbe un modello a cui anche l’Occidente dovrebbe ispirarsi, almeno per Alexey Komov definito su Tempi come «ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie»: «il governo sta approvando leggi che proteggono l’essere umano, cosa che si dovrebbe pretendere da ogni sovrano. (…) In Occidente siete arrivati al punto di vedervi costretti per legge, e senza che nessuno abbia chiesto il vostro parere, a insegnare ai vostri figli che secondo questa “teoria del gender” non esistono “la mamma” e “il papà”, ma solo genitori A e B, che possono essere anche dello stesso sesso, e che si deve “scegliere” se essere “bambini” o “bambine”. Però senza discriminazioni, perché tutti devono essere uguali…». Un Komov che intervistato da Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo, mette in guardia l’Occidente dai “pericoli” che rischia: «L’Occidente è in balia di una nuova e viscerale fisionomia di totalitarismo, somma della ricerca di sempre nuove forme di occultismo ed un omosessualismo sfrenato».
Non solo la stretta sull’aborto ma anche le nuove leggi a tutela del senso religioso sono apprezzate dai cattolici italiani di Tempi: «Sia la Chiesa ortodossa che i musulmani sono a favore della legge. Secondo un sondaggio dell’istituto statale Vtsiom, l’82% dei russi sarebbe favorevole alla legge, soprattutto dopo il caso delle Pussy Riot e di altri atti vandalici avvenuti in passato. “Questo ampio consenso nella società – ha dichiarato il capo del Dipartimento sinodale per i rapporti tra Stato e società, l’arciprete Vsevolod Chaplin – è chiaro segno che in molti stessero aspettando tale iniziativa”».
E – nella stessa ottica – non può non essere apprezzato il ritorno dell’insegnamento obbligatorio della religione a scuola: «Dopo 70 anni di ateismo in Russia si riconosce pubblicamente che religione e fede sono aspetti fondamentali della struttura umana e per questo vanno insegnati. Se vogliamo, è l’inverso di quello che succede in Occidente, dove l’aspetto religioso tende ad essere confinato sempre di più nel privato. Qui, invece, cominciamo ad aprire alla sfera pubblica», così commenta sempre su Tempi Giovanna Parravicini, ricercatrice di Russia Cristiana e direttrice dell’edizione russa della rivista La Nuova Europa intervistata da Leone Grotti.
Amnesty International ha idee un po’ diverse e denuncia che «il ritorno alla presidenza di Vladimir Putin, dopo elezioni ampiamente criticate, ha scatenato un’impennata di proteste popolari e richieste di maggiori libertà civili e politiche» e che le fondamentali libertà sono negate. Insomma Putin non sarebbe proprio uno “santo dei giorni nostri” e questo viene riconosciuto anche da qualche cattolico come Jacopo Parravicini su CulturaCattolica.it che si sofferma sulla presenza del bene e del male in Putin: «Oggi nell’Europa orientale, nel cuore della Terza Roma, nel centro della Seconda Costantinopoli, regna lo zar Putin. Il quale, mantenendo il potere con metodi tutt’altro che immacolati (come Costantino secoli fa), proclama di voler difendere i valori cristiani. Tra i provvedimenti che egli attua, alcuni sono per davvero cristiani (per esempio il baluardo contro le unioni omosessuali, il sostegno alle famiglie, le limitazioni all’aborto), mentre altri cristiani non lo sono affatto (per esempio l’allontanamento delle organizzazioni benefiche non statali ed estere). Esattamente come Costantino. Sta a noi discernere il bene e il male di un uomo di potere, che è certamente un uomo non esemplare, forse cattivo, ma che può fare del bene, e questo bene è nostro dovere riconoscerlo e valorizzarlo, tanto quanto lo è discernere il male. Ed è un lavoro che nessun sistema al mondo ci può risparmiare». Quindi pazienza se Putin è “forse cattivo”: l’importante è che voglia difendere i “valori cristiani”.
I cattolici più integralisti invece non hanno dubbi ed il presidente russo resta un modello. «”I Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana”. Pensieri e parole non di un papa o di un cardinale, ma di un uomo politico: Vladimir Putin. (…) Ora la storia, con una beffardo e rapido capovolgimento di scena, ci mostra il leader della Russia che bacchetta il mondo occidentale per la sua deriva relativista, nichilista, atea, omosessualista. Satana, dice in sostanza Putin, non abita più nell’Est cattivo e marxista, ma si è comodamente accomodato nell’Occidente libero e consumista. L’impero del male siamo diventati noi»: così scrive Mario Palmaro su Il Timone, il mensile di apologetica cattolica che definisce il presidente russo come un «cristiano praticante» (sebbene sia divorziato). Un cristiano che sarebbe «molto odiato dai giornali e dalle Tv occidentali, che ne offrono un’immagine rozza e violenta», un presidente bersaglio di una «mistificazione» secondo Palmaro: una mistificazione a cui – evidentemente – partecipano organizzazioni come Amnesty International.
Insomma un Putin tutto italiano sarebbe il sogno di molti cattolici di casa nostra: un desiderio che rischia di rimanere tale. Forse per chi vede l’Occidente come “l’impero del male” in cui “si è accomodato Satana” il consiglio è solo uno: rifugiarsi nella “Grande Madre Russia” del “cristiano praticante” Vladimir Putin.
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