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Quella pintadera scomposta in cinque parti

Creato il 06 febbraio 2011 da Zfrantziscu

Quella pintadera scomposta in cinque parti

Le annotazioni di Laner sulla pintadera


di Franco Laner
La pintadera fotografata da Atropa Belladonna mi suggerisce alcune considerazioni.Dai primi commenti al post l’unica certezza che mi sento di sostenere è che ognuno di noi vede ciò che la propria conoscenza gli consente di vedere. Ovvero ognuno vede con la sua mente, più che con i suoi occhi. Purtroppo non vedo “scrittura”, ma simboli che si ripetono su molte altre pintadere conosciute.Innanzitutto mi sorprende il diametro inusitato, 25cm contro gli 8-12cm delle “geometriche”.Pintadera dunque gigante, ma il passaggio di scala non aggiunge particolari di nota.Non possiede assi di simmetria, anzi la sua caratteristica sembra essere una libera composizione. Partendo però da un diametro A-A che più di altri potrebbe segnare un ordine, assieme ovviamente al centro, si può scomporre la superficie in 5 parti. Una di queste contiene esattamente la sequenza di 5 chevron, il più significativo simbolo di auspicio vitale, di fertilità. 1/5 di pintadera dunque esattamente per 5 chevron.Il 5 come numero che si ripete, ma 5 è il numero (2+3), somma del pari e dispari, maschio-femmina, che ricorre nelle altre pintadere, spesso esplicitato, addirittura con i numeri romani 2+3=5 in pintadere recenti (1600). E’ il simbolo per eccellenza di fertilità. Ricorre nei matrimoni e nei dizionari dei simboli è sempre associato all’unione matrimoniale.Ancora, nell’ipotetica divisione pentagonale della pintadera, ci sono 13 bastoncelli che occupano due settori.Ciò mi suggerisce un’altra suggestione. Questa volta forse anacronistica, ma 13 è un numero, come 2, 3, 5, 13 appunto della serie di Fibonacci, serie spesso richiamata da chi si è occupato di pintadere. L’altro formidabile simbolo di propiziazione, fertilità, energia, anch’esso ricorrente nelle pindadere sarde, sono i cerchi concentrici e le coppelle.Per me dunque un carico di simbologia propiziatoria, comune alle altre pintadere, che servivano per marcare il pane delle feste, probabilmente di matrimonio. Tesi che sviluppo con molti riferimenti in “Sa ‘ena”, libro che finalmente, grazie all’editrice Condaghes, si sta stampando.Le annotazioni che ho fatto sulla pintadera fotocopiata forse aiutano a chiarire le mie sintetiche osservazioni!

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