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Quest’anno acquisto le arance online e mi faccio una cultura

Da Lollychant @rossellaneri
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Quest’anno acquisto le arance online e mi faccio una cultura

set 27 • Ingredienti • 36 Views • Nessun commento

Io sono una che è nata nella Pianura Padana: per me il massimo della biodiversità sono le mele campanine per fare la mostarda. Da qualche anno però intorno a metà ottobre quando si comincia ad accendere il riscaldamento compro una cassa di arance al mercato sotto casa, la tengo sul balcone e la mattina faccio una spremuta prima di andare al lavoro. Punto: la versione “io e le arance” finisce qui.

Quest’anno avrei intenzione di rendere un po’ più consapevole il mio rapporto con gli agrumi, e ho cominciato a informarmi su come far arrivare a casa delle arance buone comprandole online. Per noi del Nord ci sono due possibilità maggioritarie: o fermarsi a bordo strada a comprare le cassette di arance da sedicenti t.i.r. siciliani, oppure affidarsi alle retine rosse del supermercato, un po’ mosce nel cassone delle offerte.

La mia prof di Italiano delle scuole medie era siciliana, si chiama Concetta (giuro), aveva un’educazione squisita frutto del collegio per educande in cui l’avevano mandata a studiare i genitori di buona famiglia, e una passione sviscerata per Tomasi Di Lampedusa. Eppure io, il Gattopardo, lo apprezzavo solo perché il bambino che mi piaceva si sedeva sulle mie ginocchia quando lo leggevamo in classe. Le arance per lei erano due cose: il profumo dei fiori di zàgara nei giardini e nei bouquet delle spose, e un istante di un racconto minore del Tomasi, in cui su una barca in un’alba gelata di dicembre, il marito contadino, non avendo nulla di più, dà alla moglie per scaldarsi una delle arance che stanno per vendere al mercato.

Mossa da tali rimembranze sono decisa a far sì che le arance occupino una posizione un po’ più poetica nella mia cucina. Da quando ho iniziato ad informarmi ho scoperto che le arance si potrebbero mangiare da novembre a giugno (e a metà ottobre???), che c’è il consorzio di tutela dell’arancia rossa i.g.p e che tra le più comuni ce ne sono almeno 4 qualità, due rosse e due bionde. Vi riassumo il sapere acquisito in un piccolo schemino:

Quest’anno acquisto le arance online e mi faccio una cultura

(Tra le rosse ci sarebbe anche l’arancia sanguinello una sotto categoria delle arance moro, ma è un “tipo” piuttosto acido, e non piace a tutti).

La gran parte delle arance sul mercato viene coltivata con metodo intensivo, con l’uso di pesticidi nocivi, e quindi viene lavata una volta raccolta, e poi lucidata con la paraffina (un derivato del petrolio) perché sembri più bella. Tra la raccolta e la distribuzione, contando il trasporto e gli intermediari, passano anche delle settimane, in cui le arance vengono conservate in celle frigo. Di per sé la cella frigo non ha nulla di male, ma diciamo che non è esattamente una buona idea per il risparmio energetico.

Se compri le arance online quasi tutti ti danno la garanzia di raccoglierle al max 24 ore prima della spedizione, quindi tu le hai a casa a 3 giorni dal raccolto. Oltre al fatto che riduci la filiera, e quindi i soldi che spendi vanno tutti al produttore che ci può finanziare la produzione reale facendo un prodotto migliore.

La prima cosa che mi è venuta in mente per comprare le arance online direttamente in sicilia è stata Libera, e infatti ho scoperto che c’è la cooperativa Beppe Montana, su terreni confiscati alla mafia che ha subito un incendio doloso nel giugno 2012 che ha distrutto 200 piante di aranci. Si sono ripresi alla grande, grazie anche alla solidarietà di molti immagino (avevano creato una pagina per le quote di solidarietà offerte). Spediscono a casa, sia piccole che grandi quantità, ma mi pare producano solo arance rosse.

Un altra bella realtà che ho scoperto perché me l’anno segnalata è quella delle Galline Felici: trattasi di un consorzio di coltivatori, riunito dal 2007, che produce agrumi di molti tipi, alcuni introvabili come le arance vaniglia, una qualità
bionda e tardiva, e il cedro limone. Il consorzio però vende solo ai g.a.s., quindi o vi affiliate a un g.a.s. nella vostra zona, o ne create uno. I prezzi sono interessanti e soprattutto hanno messo a punto un sistema di trasporto che impiega
dei padroncini locali (oltre alla SDA), così riescono a coprire tutto il territorio, facendo a tutti un prezzo simile e creano lavoro anche per piccoli imprenditori dei trasporti. Il volto del consorzio è Roberto Calzi, per farvi un’idea su di lui trovate alcune video interviste su Youtube.

Poi grazie a VSP ho conosciuto BioInvio, un’azienda famigliare che produce 4 tipi di arance biologiche in provincia di Ragusa. Se si vuole fare tutto da soli è una delle soluzioni più facili, i costi sono circa 1,2 euro al kg più le spese di spedizione.  Sono piccoli, ma sono “best in class” nel trattamento biologico, usano le trappole fotocromatiche (stesso principio delle strisce appiccicose che si usavano per le mosche in casa) e gli “insetti utili” (quelli che mangiano gli insetti dannosi). Il fatto che non siano un consorzio, permette loro di spedire anche a singoli utenti come me. Francesca, titolare dell’azienda con suo fratello, è stata così gentile da raccontarmi anche un po’ la sua storia. Risultato? Lei che ha studiato alla Bocconi e poi se ne è andata a coltivare arance ha risvegliato il mio sogno bucolico. Quasi quasi mollo tutto anche io, e per il 2015 le arance me le raccolgo da me.

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