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Quo vadis?

Creato il 13 febbraio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

sky_tg24_nuova_graficaNon si spengono le reazioni e si continua a parlare di Benedetto XVI.  Anche Skytg24 Pomeriggio condotto da Paola Saluzzi e i suoi ospiti  discorrono sulla sua scelta  cercando di capire dove andrà a finire la sua Chiesa, salda sulle proprie radici ma che si trova di fronte a una scelta epocale, già avvenuta in passato ma dimenticata ai nostri tempi. Molti i quesiti aperti. Cosa succederà dopo il 28 febbraio? Sicuramente il conclave porterà ad una nuova elezione papale ma è una decisione che apre un’era inedita nella storia della Chiesa cattolica moderna: il prossimo conclave si terrà con un papa vivente.

Si avverte nell’aria una sorta di frenesia nel voler saper chi e cosa ci si dovrà aspettare. Nel pieno sconvolgimento dopo l’annucio  volontario della rinuncia alla

Germany's Joseph Ratzinger, the new Pope
carica di successore di Pietro che è stato interpretato in modi doversi. Qualcuno ha parlato di fragilità, altri di coraggio e ancora di esempio di offerta. Come Giovanni Paolo II aveva donato la sua sofferenza terrena, comunicata in maniera grandiosa così Joseph Ratzinger sta esibendo la sua debolezza umana  attraverso la consapevolezza dell’impossibilità ad esercitare il ministero importante così come deve esercitarlo un Papa in  giro per il mondo. Una libera e lucida constatazione di non poter più essere all’altezza di guidare la Chiesa.  Un addio che non può non avere conseguenze sul futuro del Papato e della Chiesa. Questo è un evento che andrà spiegato ai fedeli di volta in volta e già da ieri la Chiesa affronta  parlando ai media che raggiungono i comuni mortali di tutto il mondo e che non si aspettavano la perdita della loro figura di riferimento divino sulla terra. Gianfranco Svidercoschi, vaticanista : ” Forse Benedetto XVI voleva preparare la Chiesa e il mondo cattolico, perché lui stesso ne aveva parlato nel suo libro, ha rotto gli indugi, voleva farlo e l’ha fatto, una spiritualità razionale che lo ha portato ad una scelta diversa da Giovanni Paolo II, quello sulla croce e lui dicendo che non è in grado di farlo”.

Nessuno sa se Joseph Ratzinger ha ceduto alla fatica fisica o metafisica. Ha finito il mandato racchiudendolo in un atto umile, responsabile, eccezionale, rivoluzionario e che lascia aperte nuove aspettative.  Carattere timido, privato, uno spirito intransigente, una decisione presa senza consultare nessuno eccetto la propria coscienza.  Una decisione solitaria, personale. Inutile cercarne le ragioni che possono esssere infinite  e sicuramente non tutte contenute nel breve comunicato pubblico. Decisione complessa che solo l’autore di questo gesto conosce fino in fondo. Un fatto è certo, però,  queste dimissioni lo proiettano nella Storia come il Papa libero che ha scosso la Chiesa che dovrà affrontare una fase inedita e dovrà farlo pensando all’oggi e al futuro perché questo è un precedente che cambia le regole.

Una novità enorme, basta pensare che ci saranno, un pontefice e un vescovo emerito di Roma che vivranno sotto lo stesso tetto. Quale sarà la linea scelta dal nuovo ruolo di BendettoXVI? Lo dovrà comunicare ai fedeli sorpresi e divisi tra due Papi? Chi sarà il suo successo

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re e sarà in grado di capire e affrontare il mondo che sta cambiando rapidamente? Chi è il candidato ideale? Dovrà essere un moderato: né troppo riformatore né troppo conservatore. E soprattutto, dopo la rinuncia di Benedetto XVI , serve un Papa relativamente giovane e in buona forma fisica, in grado di affrontare le sfide della Chiesa in un mondo globalizato.  Una Chiesa che andrà verso dove? Nessuno lo sa. Questa chiesa non è più la chiesa trionfante, che non litiga, è una chiesa in discussione. Le domande sono lì che bussano alle porte del Vaticano, ma non sono ammesse: il ruolo delle donne nella Chiesa, il celibato, la morale sessuale, gli omosessuali.

Un Papa che ha fatto una scelta difronte al suo Dio lasciandoci il contraccolpo che solo il tempo approfondirà. Ha spezzato  le catene della tradizione. Ha ritenuto necessario, lasciare liberamente e responsabilmente il papato divenendo il rappresentante di Dio, in pensione. Siamo passati dalla ferrea volotà tutta polacca di non molare fino all’ultimo, alla altrettanto teutonica presa di posizione di  forze insufficienti al ministero pietrino. Due papati così vicini e così diversi. Due concezioni così differenti, una comprensibile e un’ altra aperta e misteriosa che forse capiremo…


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