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da http://www.workingcapital.telecomitalia.it/2012/06/rainforest-come-si-fa-una-silicon-valley-in-italia/ di Lorenzo Tondi
La teoria della Rainforest, proposta da Greg Horowitt e Victor Hwang con l’intento di indicare una via nuova ed efficace per fare sbocciare il potenziale innovativo inespresso.
Come si declina, nella pratica, la Rainforest? Quali sono i suoi strumenti operativi? Il punto di partenza degli autori è la necessità di produrre una descrizione sufficientemente precisa della realtà, in modo da separare i punti di forza del sistema da quelli di debolezza. Questa “fotografia” della realtà prende il nome di “rainforest canvas” ed è divisa in diverse aree funzionali: Leaders, Stakeholders, Framework, Resources, Activities, Engagement, Role Models, Infrastructures – Capacities – Community, Culture. Di ogni area vanno compresi il funzionamento, le dinamiche che la governano, la numerosità e la vitalità delle relazioni che la animano. Tutte queste domande permettono di rendersi conto dello stato iniziale della situazione e delle variabili su cui è prioritario agire.
Arriva il momento di mettere a punto la Rainforest tramite un’opportuna “ricetta”: gli ingredienti fondamentali sono riferibili a due categorie, entrambe necessarie ma non sufficienti allo sviluppo del sistema: una parte “hardware” e una parte “software”. La parte hardware comprende le infrastrutture di cui gli innovatori hanno bisogno per operare: caratteristiche personali, professionali, fisico-strutturali, politiche. Per caratteristiche personali intendiamo, ad esempio, il grado di istruzione, i valori etici dominanti, lo spirito imprenditoriale. Caratteristiche professionali sono invece relative alle opportunità offerte dagli istituti bancari, dai fondi d’investimento, dalle società di servizi legali. Le caratteristiche fisico-strutturali sono quelle che tradizionalmente chiamiamo infrastrutture: ponti, strade, mezzi di trasporto e di comunicazione e così via.
L’ultimo aspetto, quello politico, va riferito alle regole che determinano il funzionamento del sistema legale e di quello finanziario, agli incentivi comportamentali che lo Stato dà agli agenti economici. Tutto questo, abbiamo detto, è la base su cui edificare la Rainforest, ma per farlo è necessario un complesso di istruzioni, un programma da implementare: arriviamo alla parte software.
Protagonista indiscusso della scena è il keystone, la figura personale o collettiva che, grazie alla sua autorevolezza ed al suo carisma, funge da intermediario nella gestione dell’ecosistema Rainforest, permettendo di abbassare i costi di transazione e di attenuare i contrasti sociali. Il software necessario si articola in 4 concetti: diversità, le motivazioni extra-razionali, la fiducia sociale e le regole della Rainforest. La diversità ha un effetto potenzialmente positivo perché i rapporti tra individui appartenenti a culture distanti sono in genere quelli più proficui e dirompenti. D’altro canto affinché essa non comporti un aumento degli attriti interpersonali deve essere governata dal keystone attraverso l’uso sapiente delle motivazioni extra-razionali, di cui abbiamo già parlato nella puntata precedente.
La fiducia sociale e le regole rendono il sistema sostenibile e stabile nel lungo periodo. In questo modo viene a delinearsi il modello CBT (Cognitive Behavioral Therapy), una terapia che individua i pensieri disfunzionali degli operatori economici e li aiuta a ragionare ed agire in un’ottica di apertura e collaborazione. Il CBT è utilizzato dai Leader della Rainforest per diffondere una cultura dell’innovazione attraverso 5 “tool”:
Tool 1 : learning by doing Il processo di apprendimento non può mai essere esclusivamente teorico, per imparare occorrono ripetute e costanti interazioni col mondo reale.
Tool 2 : enhance diversity Per incentivare il verificarsi di fenomeni di serendipity (scoperta casuale di nuovi elementi) bisogna aumentare le occasioni di confronto tra persone diverse.
È possibile farlo attraverso la creazione di network di socializzazione spontanea, la diaspora interculturale e la connessione globale permanente.
Tool 3 : Celebrate role models and peer interaction L’apprendimento per imitazione, contrariamente a quanto si crede e a quanto si è deciso a livello normativo, promuove l’innovazione.
Tool 4 : Build tribes of trust I keystone danno l’esempio ai membri della comunità attraverso la diffusione dei valori alla base del modello.
Tool 5 : Create social feedback loops È importante instaurare un processo di social feedback strutturale, che permetta di segnalare alla comunità i comportamenti positivi o negativi.
Tool 6 : Make social contracts explicit La forma scritta del contratto sociale implicito nella costruzione della Rainforest rende l’ecosistema più stabile e ne garantisce la durata nel tempo, perché le sue regole di funzionamento sono note a tutti.
Attraverso questi strumenti le persone vengono messe nelle condizioni di fare scelte lungimiranti, capaci di superare i piccoli egoismi e le invidie che albergano in ogni essere umano. Ma qual è il ruolo del venture capital, all’interno della Rainforest? I venture capitalist devono assicurarsi di avere interessi allineati a quelli degli imprenditori, solo in questo modo entrambe le parti potranno trarre vantaggio dalla relazione che li lega.
Da un punto di vista pratico, i fronti su cui i VC devono agire sono tre:
1. Hanno un obbligo fiduciario verso gli investitori, e dunque devono massimizzare i ritorni finanziari attraverso un portfolio management opportuno.
2. Hanno un obbligo nei confronti dell’imprenditore, che deve essere assistito nella gestione dell’impresa e nella creazione di valore.
3. Sono infine obbligati verso la Rainforest, di cui devono rispettare le regole e che devono aiutare a crescere, attraverso lo sviluppo delle relazioni comunitarie.
Come misurare l’efficienza del modello delineato da Horowitt e Hwang?
Il Rainforest model è un ecosistema che può essere paragonato ad un complesso di arterie all’interno delle quali circola il fluido dell’innovazione. Il “flow-form model” analizza la velocità con cui questo fluido circola nel sistema, vale a dire, la capacità delle persone di comunicare rapidamente ed in maniera efficace. Condizione fondamentale per il successo della Rainforest e la moltiplicazione dell’output innovativo è un flusso informativo rapido, onnipresente e facilmente comprensibile: perché l’innovazione non può diffondersi senza la comunicazione.
Lorenzo Tondi (@LorenzoTondi) studia economia a Milano. Lo trovate anche qui.
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