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Rampage

Creato il 02 novembre 2010 da Robydick
Rampage2009, Uwe Boll.
Stati Uniti, un ragazzo fallimentare in termini comuni, con un tracimante accumulo d'incazzatura addosso, per tutto quello che lo circonda. I genitori vogliono che se ne vada di casa per rendersi autonomo, al lavoro lo tormentano, la società in cui vive fast-food compresi gli è urticante, il cibo che vendono gli fa schifo, la mancanza di cortesia nei negozi, tutto gli è insopportabile.
Parla con amici che la pensano come lui, insofferenti, ma è solo benzina sul fuoco, non li sopporta, ai suoi occhi risultano abulici: lui deve assolutamente fare qualcosa di concreto. Sottofondo alla preparazione del suo piano, ai suoi allenamenti, notiziari televisivi colmi dell'orrore del mondo, sia quello reale che quello che serve propagandare per rimbambire la gente. Tutta la prima parte del film è il tendere una molla fino al suo limite estremo, ricorda "Un giorno di ordinaria follia" senza però vendette immediate, solo accumulo di rabbia.
Arriva il giorno. Indossata un'armatura con tanto di casco si fionda in paese. Primo obiettivo distruggere la stazione di polizia. Inizia poi un massacro incondizionato, chi gli capita a tiro diventa bersaglio, anche qualche piccola vendetta da consumare. Tutto sembra casuale, non pianificato, momenti di riposo per ripartire la mattanza, eppure qualche dubbio ti viene, certe "sparate" sono sospette... basta qua col racconto, del finale accenno dopo.
Impossibile non pensare al Massacro di Columbine, o meglio, parlando di finzione sempre ispirata a quei fatti, allo splendido "Elephant" di Gus Van Sant. Fa sorridere pensare a certi paragoni per Uwe Boll, vista la sua fama di "regista da videogame", è comprensibile, ma consiglio di partire non prevenuti, ci si dovrà felicemente ricredere.
Girato molto con mdp in spalla, ha dei videogame i ritmi vertiginosi, suoni e musica tambureggianti, ma in salsa d'autore. Emerge certo dal suo noto talento la capacità di scene alla sparatutto, sicuramente in qualche momento si percepisce, ma in questo caso è tutto grasso che cola: sono scene eccezionali.
Film che deve ancora uscire da noi, sarebbe un grave spoiler descrivere il finale, che invece è determinante, finito lo spettacolo, al giudizio del film che ho già messo nei miei Cult. Il finale, che evito anche nei frame sottostanti, rende questa meraviglia unica nella sostanza morale, imparagonabile ad altri film, perlomeno di quelli che io conosco.
Scusate la parola abusata, ma qua il termine Spiazzante è perfetto. Quando vedi qualcosa che ha tutti i connotati del comportamento folle e irragionevole e poi scopri alla fine che, pur con un'etica delirante ed insana (e non sono nemmeno troppo sicuro se definirla insana) tutto trova una spiegazione, che termine puoi usare? Ci si resta di sasso, giustamente, e si comincia a pensare che anche certe realtà a noi spacciate nella cronaca come momenti di follia potrebbero essere diversamente spiegabili, ma lo sappiamo tutti, le notizie ci arrivano col primo scopo di "far notizia", informarci è meno prioritario, ma questa è solo una riflessione a latere, che sempre i bei film mi provocano.
IMPERDIBILE!
Ringrazio di cuore, e non è la prima volta né sarà l'ultima, l'amico Napoleone Wilson per la segnalazione.
Riporto in calce, dopo i frame, segnalatami dallo stesso Wilson, un'intervista fatta da Andrea Lanza allo stesso Uwe Boll proprio su Rampage.

Rampage

il protagonista, bravissimo per altro, in una dichiarazione che è vera, ma omette qualcosa


Rampage

gli allenamenti, mentre la tele parla di stragi, guerre, sovrappopolamento della terra, predicatori idioti...


Rampage

degna di un horror, raro momento splatter dopo un'ottima scena


Rampage

qui c'è da ridere e parecchio, lui con l'armatura s'aggira in una sala bingo ma viene completamente ignorato.  in tutto il paese sanno che un pazzo s'aggira uccidendo tutti, ma lì dentro la realtà non scorre


Rampage

altro momento divertente, con la mamma che chiama il suo figliolo...


INTERVISTA DI ANDREA LANZA AD UWE BOLL
Parlaci un po’ della genesi di Rampage...
Mi stavo annoiando con i soliti action di Hollywood, tutti uguali, solo esplosioni e sparatorie, così ho voluto proporre qualcosa di diverso, di “socialmente utile”. Il disagio del protagonista nasce dalla crisi finanziaria, un tema al quale tengo molto. Sono considerato un regista di videogame, ma è stata solo una fase della mia vita, quando per sperimentare giravo robaccia. I recenti Tunnel Rats e Darfur mi rappresentano di più. Lì parlo per esempio del genocidio e della stupidità di certe guerre. Non ho iniziato girando House of the Dead, ma un film non facilmente etichettabile, Amoklauf, che ha molti punti in comune con Rampage. Anche lì una società standardizzata, all’apparenza perfetta, genera disagio. In America come in Germania.
Rampage ha punti in comune anche con Heart of America, il tuo film del 2002 sul massacro di Columbine. È cambiato il tuo punto di vista sul sistema americano?
Non ho mai avuto una buona opinione sull’american way of life e sulla politica Usa. Ho avuto speranza in Obama, ma purtroppo questa speranza si dissolve ogni giorno di più. Obama sta gestendo molto male la crisi finanziaria. Se ora dovessi rigirare Heart of America lo farei ancora più nichilista e disperato, diciamo che allora ero ancora un giovane idealista (ride). Rampage è senza dubbio la mia visione di questo mondo ora.
Il tuo rapporto con la critica?
Trovo ingiuste le critiche ai miei film, soprattutto quelle gratuite. Quando Bloodrayne è uscito ci sono rimasto male. Pensavo di aver reso giustizia al videogame originale a differenza magari dei film che avevo girato in precedenza. Certo era una pellicola con mille difetti, ma poteva piacere sia al fan del cinema horror che a quello del gioco ispiratore. Per curiosità ho confrontato le recensioni di House of the Dead e Alone in the Dark con quelle di Bloodrayne e tutti a scrivere «un’altra schifezza di Uwe Boll, il peggior regista del mondo». Che senso ha metterci impegno se tanto per la critica sarò sempre una merda?
Ti piace il torture porn alla Hostel? Il tuo Seed ne è un esponente tra i più feroci e nichilisti.
Non ho nulla contro il torture porn. Seed è anche un film sulla vita umana, affronta temi profondi come la pena di morte e punta il dito contro le sevizie sugli animali. Mi sono divertito ad abusare dei clichè del genere, per esempio la scena del martello è stata creata per superare i limiti, per essere oltre ogni film nato sulla scia di Hostel.
Che ci puoi dire dei tuoi nuovi lavori?
Ho appena finito di girare Bloodrayne 3 e sono in giro per i festival a portare il mio Max Schmeling, un biopic su un pugile tedesco, un film che tratta un personaggio interessante, ma anche dalle ombre molto scure. Bloodrayne 3 sarà ambientato durante il regime nazista e sarà completamente diverso dai primi due, forse più pazzo, ma anche con toni più dark.

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