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“Rebuilding” in casa Warriors!

Creato il 22 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Dopo il misero quarto posto dell’anno scorso nella Pacific Division, con un record di 23-43, i Warriors arrivano ai blocchi di partenza della nuova stagione con poche pressioni e con molte novità.La squadra è un mix di giovani e veterani, il settore lunghi è stato rinforzato e la perdita del fromboliere Monta Ellis sembra superabile.
Partiamo proprio dal mercato, e da quanto questo potrebbe influire sul futuro di Golden State: se ne sono andati appunto ” the Mississippi bullet“  Monta Ellis, in direzione Milwaukee (e sembra che la convivenza con Jennings non sia proprio facilissima), Nate Robinson, che va a rimpolpare la panchina dei Bulls, e Dorell Wright, autore di un’altra buona stagione dopo gli anni bui a Miami, che è finito ad Est, nei “nuovi” 76ers post Iguodala. Per cui, tre giocatori di spessore, che garantivano a tabellone 42 punti in media sul totale della squadra. Come sono stati tappati questi buchi?

Innanzitutto, nell “affaire” Ellis è giunto nella baia il centro australiano Andrew Bogut. Pur essendo nella lega già da sette anni, è ancora relativamente giovane(1984), e un lungo da doppia doppia di media costante  non possono goderselo molte squadre. Gli interrogativi non riguardano le sue doti tecniche, ma i suoi perenni problemi fisici. Dopo essersi infortunato mano, gomito e polso in una fase di gioco vs i Suns nel 2010 (chiedere a Stat, http://www.youtube.com/watch?v=JvYY36ZryXo), ad inizio della passata stagione si è fratturato la caviglia. Dovrebbe essere al 100% per il training camp di Ottobre, e speriamo per lui che questa lunga serie di “sfortune” sia finita. Biedrins e il neo draftato Festus Ezeli non sembrano i suoi sostituti ideali..probabilmente Mark Jackson sta facendo tutti gli scongiuri possibili.

Altri nuovi arrivi di peso sono Jarrett Jack e Carl Landry, entrambi provenienti da New Orleans. Il primo è reduce dalla miglior stagione della propria carriera (15.6 ppg e 6.3 apg in 45 allacciate di scarpe) e sarà il back-up ideale per Stephen Curry; mentre Landry assicura costanza e solidità, viaggiando da alcuni anni in doppia cifra di media. I due Ex Hornets saranno gli uomini chiave di una panchina giovanissima ( tranne per Richard Jefferson,ormai più decisivo nei salary cap che in campo..), che comprenderà molto probabilmente anche il rookie Harrison Barnes, da UNC, settima scelta assoluta dell’ultimo draft.

Brandon Rush, pariruolo di Barnes, è stato infatti confermato dalla dirigenza dei Warriors con un biennale da 8 milioni di dollari, e garantisce una pericolosità letale dall’arco dei tre punti. Il giocatore sembra voglia prendersi a tutti i costi il posto da titolare, dopo aver dichiarato espressamente questa intenzione ad un quotidiano di Oakland alcune settimane fa, dicendosi pronto per un ruolo fisso nel quintetto base.  Coach Jackson dovrà gestire queste “frecciate”, quindi all’inizio Harrison Barnes potrebbe partire dalla panchina. I Warriors sono da sempre fautori del gioco veloce, “poco” ragionato, istintivo e concentrato sulla metà campo offensiva, per cui il prodotto di North Carolina potrà dare un apporto significativo fin dall’inizio, anche se con un minutaggio limitato.

Restano da analizzare i tre giocatori più incisivi della scorsa stagione, che determineranno la rotta positiva o negativa per Golden State: David Lee, Stephen Curry e Klay Thompson. 

Lee è ormai un giocatore “consacrato”, e anche se le sue cifre potrebbero scendere a causa dell’arrivo di Bogut, rimane il giocatore più importante per i Warriors. Il mancino ex-Knicks ha viaggiato a 20 ppg , arpionando anche 10 rimbalzi ad uscita nell’anno del lockout; è il cosiddetto “lungo mobile” dalla mano dolce, tirando bene sia dalla media che dalla lunetta, ed è un passatore molto sottovalutato.Per gli altri due nomi, bisognerebbe forse fare un articolo a parte, chiamandolo “rising stars”: Curry si appresta ad iniziare il suo quarto anno nella lega, Thompson il secondo. A “Steph” i Warriors hanno affidato le chiavi della squadra per il futuro, poichè proprio in questi giorni il playmaker sta discutendo con la dirigenza della Bay Area il prolungamento del contratto, e dopo essersi sottoposto con successo ad un intervento alla caviglia destra ad Aprile è pronto a tornare da protagonista alla Oracle Arena. Senza Monta Ellis, i possessi per Curry saliranno, cosi come le responsabilità, ma con le sue eccellenti doti tecniche questo non dovrebbe essere un grosso problema.

La sorpresa forse più inaspettata è però arrivata da Klay Thompson, che al termine della scorsa stagione è stato inserito nell’ NBA All-Rookie First Team, giocando solamente 24 minuti di media. Può giocare sia da 2 sia da 3, e anche lui potrebbe giovare dalla partenza di Ellis. Fisico imponente, deve ( a giudizio di coach Jackson) migliorare in difesa e a rimbalzo, ma con Curry forma una coppia devastante dal punto di vista della velocità e della fantasia da mettere sul parquet.

Quali sono allora le speranze per i tifosi dell’area urbana di San Francisco? La squadra è superiore a molte altre della Western Conference, ma per le prime previsioni bisognerà aspettare l’inizio della regular season, dove si vedranno le reali condizioni fisiche di Bogut e Curry. Le basi sono buone, il ruolo da mina vagante della Pacific Division è possibile, e vedremo se questo gruppo porterà la Bay Area a qualche soddisfazione come ai vecchi tempi del barone Baron Davis, Stephen Jackson e J-Rich.

 


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