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Recensione: Anger, di Isabel Abedi

Creato il 09 marzo 2013 da Mik_94
Recensione: Anger, di Isabel Abedi Titolo: Anger Autrice: Isabel Abedi Editore: Corbaccio Numero di pagine: 215 Prezzo: € 16,40 Data di pubblicazione: 7 Marzo 2013 Sinossi: Ce l'hanno fatta: tre settimane su un'isola deserta al largo di Rio de Janeiro, dove telecamere nascoste li riprenderanno ventiquattr'ore al giorno: saranno attori di un film dalla trama imprevedibile. Sono dodici ragazzi e ognuno di loro ha un motivo particolare per partecipare, sogni da coltivare e segreti da custodire. L'isola è un paradiso, ma il ruolo che i ragazzi scoprono di dover ricoprire è inquietante: undici vittime e un assassino... È solo un gioco, nessuno morirà per davvero, eppure quando Joker viene trovato sfracellato sugli scogli capiscono che il film dei loro sogni si è trasformato in un horror...                          La recensione Recensione: Anger, di Isabel Abedi Ormai due anni fa, chiudevo Sono nel tuo sogno e, emozionato e sorpreso, mi avventuravo nella stesura di una zoppicante recensione: una delle prime pubblicate nel più assoluto anonimato su Anobii e, per un puro caso, la primaapparsa, qualche mese dopo, nel primo vero post del blog. Sicuramente sentita, ma telegrafica ed essenziale. Poco più di un paio di periodi confusi, ma con un unico elemento fondamentale da tenere bene a mente: Isabel Abedi. Bravissima. Un nome da appuntarsi.Quasi sconosciuta ai lettori italiani, aveva saputo articolare un'originale storia pseudo-angelica, che, dopo un inizio non memorabile, cresceva piano, come dotata di vita propria, fino a raggiungere un superbo apice: un bellissimo e drammatico epilogo dal sapore fantastico, ma allo stesso tempo immensamente realistico. Ma la maturazione della protagonista e la scoperta del suo amore per il misterioso Lucian avevano occupato tante pagine, facendo del romanzo un tomo piuttosto voluminoso e rendendo la lettura troppo verbosa, stando alle opinioni dei lettori più insoddisfatti.Togliendo Anger dal plico in cui era imballato, mi sono trovato in mano un libricino con una copertina altamente spettacolare. Appena 200 pagine e una trama che annunciava violenza e paura: la Abedi in copertina era la stessa che mi aveva regalato la lettura di quell'urban fantasy emozionante, delicato e piacevolmente prolisso che era Sono nel tuo sogno?Riconoscerla sin dalla prima pagina è stato un intenso ed insperato sollievo. Era proprio lei. Sempre minuziosa e puntuale, sempre indiscutibilmente brava, sempre internazionale, ma allo stesso tempo – senza eccessi, forzature e senza una propensione per tutto ciò che è macabro e tanto improbabile, quanto spettacolare - così poco "americaneggiante". Era come la sua Germania: austera, orgogliosa, schiva, fredda.Ed è vero che la positività e la simpatia premiano sempre quando si ha a che fare con un pubblico di adolescenti, ma talvolta lo fa anche un distaccato realismo. E' vero che in un thriller il fuoco uccide, ma talvolta lo fa anche il gelo. La giovane protagonista, Vera, è una diciassettenne difficile da comprendere. Atipica, taciturna e riservata, narrando in prima persona l'incubo e l'avventura, si apre completamente ai lettori, ma allo stesso tempo rimane sigillata come un'ostrica sul fondo del mare. Nasconde in sé un mistero grande quanto lo è quello dell'isola in cui, per un paio di settimane, ha accettato di essere confinata. Con le telecamere puntate addosso notte e giorno, insieme ad altri undici aspiranti attori, fa da cavia per l'ultimo film di un regista dalla cattiva reputazione.  Recensione: Anger, di Isabel AbediLontana dai suoi genitori, dalla scuola di ballo dove passa le migliori ore della sua giornata, ma finalmente in Brasile. Vicinissima alla ragazza della foto che si porta sempre appresso, come un amuleto preziosissimo.La storia che racconta è angosciante, tesa, claustrofobica, minacciosa, sinistra. Oscura, nonostante le palme, i paesaggi da cartolina, il sole e il sale. Ti mette sull'attenti. Descrive piccole complicità, falò, danze scatenate al chiaro di luna, l'attrazione verso il tenebroso Solo, ma si ha come l'impressione che quella tranquillità potrebbe essere annientata da un momento all'altro. Nessun sussulto o grido, nessuna macchia di sangue sulla sabbia scottata dal sole. Solo l'urlo improvviso di una sirena che segna un ulteriore avanzamento sulla scacchiera. L'assassino ha reclamato una nuova vittima, ma è solo finzione: nessuno si farà male, il concorrente eliminato ritornerà a casa. Come in una puntata del Grande Fratello o dell'Isola dei Famosi, giusto... Giusto?Anger è un thriller rivolto ad un target di adolescenti, ma dallo sviluppo che si allontana notevolmente dal gusto dei serial e delle pellicole americane. Da appassionato del genere, lì per lì mi ha ricordato subito la serie TV Harper's Island, il classico Dieci Piccoli indiani e il film Nella mente del serial killer, ma, leggendolo, l'ho scoperto figlio minore dei gialli nordici, e somigliante, nei tratti generali e nella struttura, ai suoi illustri genitori. E' piatto, ma non annoia. Lo è forse nell'intreccio, ma non nell'encefalogramma dei suoi personaggi. La Abedi riempie i vuoti e le pause con le vite e l'unicità di questi dodici ragazzi: Moon, con una tartaruga morta da seppellire, il corpo fragile di una ragazzina, la testa pelata e gli occhi bicolore; Joker, dal pizzetto da satiro e dal sorriso diabolico, ma con le grasse risate che regala grazie alle sue barzellette spinte e alla bambola gonfiabile che si porta simpaticamente in giro; la testarda Darling coi suoi capricci da diva; Lung e i suoi occhi da orientale; Elfe, con il suo rossetto nero, i capelli alla Arlecchino e i vestiti coloratissimi...Undici vittime e un assassino. Chi sopravvive vince.  Recensione: Anger, di Isabel Abedi L'autrice, nei primi anni della sua carriera, si è occupata di titoli per l'infanzia, ma il suo tocco personale e mordace le danno il pregio di rivolgersi con sensibilità e intelligenza ai suoi lettori, ai quali, per quanto giovani e ingenui, offre un thriller poco esplicito, soft, ma contenutisticamente conscio dei mali e della follia umana e concretamente consapevole dei suoi tanti pregi e dei suoilimiti. Non è una favoletta edulcorata, ma non si avvale di una trama né audace né particolarmente sorprendente. Giovano l'immenso realismo che avevo già trovato nel precedente lavoro della Abedi e l'abilità di tenere i lettori sospesi sul filo del rasoio fino alla fine. Fine non priva di qualche colpo di scena ben assestato, ma non particolarmente tagliante. Con il titolo italiano che crea un'evidente assonanza con l'Hunger Games di Suzanne Collins (e decisamente meno adatto dell'originale:Isola), Anger mi ha confermato l'abilità che questo maturo talento di Amburgo ha nel giocare con la curiosità dei suoi lettori, adulti o teenager che siano. Rapido, breve e immediato, ingabbia nei fitti vortici di pensieri della narratrice e fa fare le ore piccole, supplicando di essere letto in un solo pomeriggio; magari tutto d'un fiato. Giunto alla fine, nel punto più alto di una scogliera affacciata sul vuoto, ho una visione globale dello spettacolo che è andato in scena. Dalla posizione in cui mi trovo vedo qualche trave pericolante, qualche strappo nel tendone, qualche elemento lasciato nel vago, qualche oggetto messo sulla scena per errore, attori giovani ed irruenti che si tolgono le loro maschere prima della loro uscita di scena. Imperfezioni o errori di montaggio, ma che in virtù dell'ottima qualità del copione perdono generosamente.Perché, in un mondo in cui vale il detto “Buona la prima”, non sono previste repliche e qualche banale intoppo è, quindi, perfettamente giustificabile. Il mio voto: ★★★ Il mio consiglio musicale: Tokio Hotel – Don't Jump

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