Autore: Hannah Moskowitz
Editore: Giunti EditorePagine: 280
Prezzo: euro 14,50Data di uscita: 27 aprile 2011 Trama:
Jonah ha una famiglia a dir poco difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perché stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli: Will, di pochi mesi, che piange incessantemente, e Jesse, di 16 anni. Il rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell’amore fraterno. Sì, perché Jonah è l’angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale. Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò che mangia, tocca, respira. Si assicura anche che quella sbadata di sua madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di essere più forte, per sorreggere una famiglia sull’orlo del baratro, per sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l’unico modo che Jonah conosce per rinforzarsi. Perché chiunque sa che un osso fratturato ha il potere di curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito. E il primo pensiero di Jonah ogni mattina è quello di escogitare nuovi metodi per raggiungere lo scopo nella maniera più veloce ed efficace possibile. La sua è una storia di autodistruzione per amore. Dita, gomiti, femori, costole: il conto è minuziosamente riportato. È un’impresa metodica. Una scarica di adrenalina, poi il dolore, intenso, nauseante.Un libro crudo e provocatorio, che descrive con realismo una forma estrema di autolesionismo. La storia di un ragazzo raccontata da una sedicenne: è sorprendente come la giovane scrittrice sia stata in grado di ricostruire le dinamiche psicologiche di un adolescente. Un libro che non può non lasciare un segno.
RECENSIONE Tra pochi giorni, il 27 aprile, sarà in libreria il romanzo d'esordio di Hannah Moskowitz giovane e divertente autrice, che a soli 15 anni ha scritto Break, un romanzo provocatorio che ha conquistato fin da subito il favore del pubblico e della critica. Un romanzo che la Giunti Y non si è lasciata sfuggire, che propone un tema delicato come l'autolesionismo dopo la transessualità, l'anoressia e la bioetica. Tutti temi forti che in questa collana della Giunti vengono condensati e armonizzati per un pubblico adolescente ma adatti anche agli adulti per riflettere e conoscere.
Il protagonista di questo romanzo è Johan, un diciassettenne comune, spigliato, affascinante, sarcastico ma con una difficile situazione familiare, che grava sulle sue spalle non ancora abbastanza forti per sopportarne il peso. Una famiglia disastrata composta da due genitori sempre assenti e che, dopo una breve separazione, sono dovuti restare assieme per la nascita di Will, l'ultimo arrivato, che piange incessantemente da 9 mesi rendendo impossibile ogni parvenza di tranquillità e convivenza. A completare il desolante quadro un fratello, Jesse, che soffre di una grave allergia alimentare ma che rappresenta per lui una certezza. Un'ancora a cui aggrapparsi nel momento del bisogno perchè, nonostante la sua malattia, il bisogno che ha di lui è quasi ossessivo. Un amore fraterno che li lega indissolubilmente. Non possono stare l'uno senza l'altro. Jonah cerca in tutti i modi di aiutarlo a superare i suoi attacchi violenti, devastanti e imprevedibili. Cerca di farlo star meglio ma immancabilmente ogni volta si sente in colpa per il fratello e per la grave situazione in cui versa. Come farà ad avere una vita normale?
Così Jonah cerca un modo per sfogare la sua rabbia, il disagio che chiude il suo cuore in una morsa, la frustrazione e l'inadeguatezza a prendersi cura del fratello malato. La sua missione ora è rompersi sistematicamente tutta le ossa del corpo. Per essere più forte. Perchè si sa, le ossa rotte ricrescono più forti. E' un meccanismo naturale. Se ti rompi una gamba, te ne ricresce una migliore. Se ti rompi tutto il corpo ne avrai uno migliore. A Jonah non piace rompersi le ossa, non piace il dolore ma per continuare la sua rinascita verso un corpo migliore, una persona migliore e senza debolezze deve sopportare quella senzazione devastante che ad ogni caduta di espande nel suo corpo martoriato. Non c'è spazio però per il rimpianto.
Un percorso di cambiamento che sfocia in una forma estrema di autolesionismo. Un autolesionismo però, che rappresenta un'autodistruzione per amore del fratello e della famiglia, non dettato dall'egoismo adolescenziale mirato ad avere più attenzione nei suoi confronti. In questa sua tragica missione sarà accompagnato dall'amica Naomi che è sempre combattuta tra il desiderio di esortarlo a continuare e il bisogno di metterlo in guardia, a metà tra sfida e istinto materno.
"La parte più difficile è decidersi a saltare. E' una guerra tra ragione e corpo: non so mai se sto per farlo davvero finchè non lo faccio. La ragione sconfigge l'istinto di sopravvivenza, perciò, da un certo punto di vista , è una specie di incidente."
L'autrice ci trasporta nell'animo di Jonah, scandaglia la sua mente e con una lucida e efficace analisi interiore dipinge con realismo quelli che sono i suoi persieri e i suoi desideri di adolescente. Le sue più intime paure e la sua insicurezza. Il bisogno di diventare più forte per la propria famiglia, per infondere quell'energia che manca e che forse può fare la differenza per un'esistenza migliore. Ma questa disperata ricerca troverà compimento? Riuscirà Jonah a rompersi tutte le ossa del corpo?
Un libro forte, crudo e coraggioso. Un realismo d'impatto, limpido e spietato che sconcerta il lettore di fronte a questa storia che ritrae il disagio interiore di un adolescente. Nessuno sconto, nessun sentimentalismo. Grazie ad uno stile scorrevole e semplice, Hannah Moskowitz ci accompagna per mano nella psiche del protagonista, nelle mille sfacettature del suo carattere e questo breve viaggio toccherà le corde più intime del vostro cuore. Un romanzo che ritrae le ombre insite nell'animo di Jonah e il suo struggente rapporto con un fratello gravemente malato ma che ritrova nel finale una luce di speranza per il futuro. Un libro per pensare e cercare di capire. Un libro per chi sta vivendo l’adolescenza, ma anche per chi vuole cercare di capirla per diminuire il divario generazionale. Un libro straordinario e straziante che nonostante alcune situazioni improbabili colpisce il lettore. Nonostante Hannah Moskowitz quando ha scritto il romanzo avesse due anni in meno dello stesso protagonista, ha saputo entrare con chiarezza e maturità nel modo di sentire e pensare di un suo coetaneo.
ESTRATTO DAL ROMANZO
"Con la botta di oggi, fanno 2 femori + 1 gomito + 1 clavicola + 1 piede + 4 dita della mano + 1 caviglia + 2 dita del piede + 1 rotula + 1 perone + 1 polso + 2 costole. Totale = 17 ossa rotte. Ne mancano 189. Collisione. La prima sensazione è un dolore che conosco, un dolore sordo, il rumore del mio corpo che incontra il cemento. Mi preparo mentalmente al dolore vero – sarà tremendo, ma almeno ci sono abituato. E invece no. A questo dolore non sono affatto abituato. Mi sta letteralmente esplodendo un braccio. Ogni singolo tendine, ogni muscolo, ogni osso e tutto un fianco mi vanno a fuoco, corpo che schiaccia corpo, un dolore arancione e orrendo, il peggiore che abbia mai provato. Non appena riesco a prendere fiato, urlo."L’AUTRICE: Hannah Moskowitz ha ora diciannove anni. Break, suo romanzo di esordio, ha ricevuto il plauso della critica USA. In America è pubblicata da Simon & Schuster. Il titolo in italiano è “Break-Ossa rotte”, mentre la sorprendente autrice è Hannah Moskowitz.