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Recensione “CSI Alaska. Primavera di ghiaccio”

Creato il 11 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Uscito nelle librerie il 21 luglio, il nuovo romanzo di Dana Stabenow ci trasporta in una nuova indagine di Kate Shugak (già protagonista di CSI Alaska. Il silenzio della neve) nelle gelide terre dell’Alaska.
Recensione “CSI Alaska. Primavera di ghiaccio”Titolo: CSI Alaska. Primavera di ghiaccio.  
Titolo originale: A Fatal Thaw
Autore: Dana Stabenow
Traduttrice: Silvia Montis
Editore: Newton Compton
Pagine: 281
Prezzo: 9,90 euro
Trama
Nove morti e due feriti: è questo il bilancio di un giorno di ordinaria follia nel villaggio di Niniltna in Alaska. Il giovane Roger McAniff, reduce dall’isolamento del lungo inverno, ha deciso di acquistare un fucile nuovo di zecca e uccidere tutti coloro che gli capitano a tiro. Sembra un incubo, ma non è che l’inizio, perché i referti balistici rivelano che una delle vittime è stata uccisa da un proiettile proveniente da un’altra arma. Qualcuno ha approfittato della strage per mettere a punto la sua personale vendetta? Ancora una volta spetta a Kate Shugak e al suo fedele husky Mutt il compito di scoprire la verità, indagando tra le ombre e scavando tra i torbidi segreti della comunità locale. Fino a quando un altro omicidio turba la quiete del gelido villaggio e la stessa Kate viene presa di mira dal misterioso assassino…
RECENSIONE Niniltna, Alaska. La storia ha inizio durante il primo giorno di primavera, in cui la natura dalle gelide distese tipiche dell’Alaska avvia il suo lento risveglio. Dovrebbe essere un giorno sereno, in cui godere di condizioni climatiche migliori. Ma con l’arrivo della primavera giunge per Roger McAniff un’ondata di follia, che lo porterà ad una furia omicida senza pari. A subirne le conseguenze sono 9 vittime, uccise solamente perché avevano avuto la sfortuna di capitare in quei luoghi ed in quel preciso istante. Il romanzo esordisce con questo evento sconvolgente che coinvolgerà anche la protagonista, Kate Shugak, la quale si troverà faccia a faccia con l'assassino.
I giorni trascorrono, le indagini proseguono alla ricerca di un filo conduttore che possa  rivelare le motivazioni del comportamento di McAniff, quando Kate riceve una notizia che la lascia interdetta: secondo le indagini balistiche il proiettile che ha colpito Lisa Getty appartiene ad un altro fucile. Si staglia così su questa strage l’ombra di un altro killer, intento a compiere la propria vendetta personale. Ma chi è Lisa Getty? Una donna famosa nel Parco di Niniltna, per aver sedotto quasi tutti gli uomini nei dintorni. Lei è l’opposto della sorella, Lottie, alta e mascolina, forte ed ingenua. Insomma, Lisa è la “pecora nera”, odiata dalle mogli e dalle fidanzate del gelido villaggio dell’Alaska. Chi potrebbe averla uccisa? I sospettati sono molti, troppi. Così Kate in compagnia del fedele husky Mutt, tenta di portare a galla una verità, sepolta non solo nella neve del gelido Alaska ma soprattutto coscienza del misterioso assassino. Kate, così, si trova a scavare nel profondo delle vicende accadute nel luogo in cui abita e di cui la gente non ama parlare. La comunità tutta si stringe, infatti, attorno ad un silenzio denso di paura e stupore.
L'autrice così ci presenta lo stato d’animo di questi uomini e donne, colpiti nel profondo dalla tragedia della perdita dei propri concittadini:
“Sepolta nel profondo di ognuno degli abitanti del Parco […] c’era la consapevolezza che gli stessi semi di follia albergavano in ognuno di loro, nutrendosi del nero della notte e succhiando l’algido latte di un inverno apparentemente senza fine, minacciando concretamente di poter, un domani, germogliare nei fiori rosso sangue della pazzia e della paranoia.”
Ma è proprio dove meno Kate si aspetta che riuscirà a scovare tracce dell’assassino di Lisa, il quale tenterà in tutti i modi di distogliere la detective dalla sua pista, anche con la violenza. Questo sottile gioco tra le due parti porterà entrambi sino alle vette dell’Anqaq Peak, a cui gli scalatori più intrepidi tentano di arrivare in cerca di una gloria. Sarà proprio in questo luogo, impervio ed affascinante al tempo stesso, che si concluderà quest’opera. 
Il romanzo della Stabenow si rivela molto scorrevole e di facile comprensione per il lettore. La traduzione, effettuata da Silvia Montis per la Newton Compton, riesce davvero a rendere con esattezza lo stile denso di descrizioni paesaggistiche e di dialoghi semplici e diretti della scrittrice americana. La trama tuttavia è fin troppo semplice e poco ricca di particolari. Non è difficile per il lettore intuire, più di 100 pagine prima della fine dell’opera, chi abbia ucciso Lisa Getty. Un giallo, quando è tale, deve saper mantenere il lettore col fiato sospeso sino all’ultimo e non rivelare il colpevole dell’omicidio se non ad una quindicina di pagine dalla sua conclusione. Il lettore adora i gialli proprio per quell’alone di mistero che circonda la storia. Questo velo d’ignoto e di paura deve essere squarciato con un colpo deciso dallo scrittore, sorprendendo il pubblico. Se non fosse esistito il "colpo di scena", i grandi di questo genere quali Agatha Christie e Georges Simenon, non avrebbero ottenuto la fama di cui hanno goduto in passato e che viene perpetuata dalle proprie opere, veri tesori della narrativa internazionale.
L’AUTRICE Recensione “CSI Alaska. Primavera di ghiaccio”Dana Stabenow (Anchorage, 1952) è nata e cresciuta in Alaska. Si è laureata alla University of Alaska e ha lavorato per la Trans-Alaska Pipeline fino al 1982,quando è diventata scrittrice a tempo pieno. Ha scritto numerosi thriller, soprattutto la serie di straordinario successo con protagonista la detective Kate Shugak. Giunta in patria al diciottesimo episodio, diventerà presto una serie televisiva. Il primo della serie, CSI Alaska. Il silenzio della neve , ha vinto il prestigioso premio Edgar. Per saperne di più www.stabenow.com 

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COMMENTI (1)

Da escort
Inviato il 12 novembre a 15:06
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Ne ho viste tante ma qusta mi è nuova, congratulazioni a questa nuova opera